L’ateneo chiede a Napoleone più di un milione

L’ex direttore generale della D’Annunzio avrebbe percepito indebitamente il denaro durante gli ultimi 10 anni

CHIETI. L’università chiede a Marco Napoleone la restituzione di un milione 328 mila euro. L’ex direttore generale della D’Annunzio avrebbe indebitamente percepito somme in eccesso negli ultimi dieci anni.

Sembra che lo stipendio di Napoleone, per molti anni al vertice dell’amministrazione dell’ateneo, eccedesse di molto il tetto massimo stabilito da un decreto interministeriale del maggio 2011. I legali dell’ateneo, Valerio Speziale e Pierluigi Tenaglia, hanno depositato il ricorso al tribunale del lavoro di Chieti per chiedere la restituzione dell’importo milionario. «È un atto dovuto da parte dell’università», spiega Speziale, «i compensi dell’ex direttore generale eccedevano e bisognava procedere al recupero». L’udienza è stata fissata nel prossimo mese di novembre.

Il manager è stato una figura storica della D’Annunzio, dalle cui stanze è uscito solo lo scorso settembre, a seguito della decisione del cda. Al suo posto, Filippo Del Vecchio.

Napoleone è arrivato al pre-pensionamento svolgendo il ruolo di direttore amministrativo, e quello ha continuato a fare anche dopo, utilizzando però un contratto di consulenza. Così, alla pensione da dirigente si è aggiunto lo stipendio da consulente, deciso senza tenere conto della legge Gelmini, che impone un tetto massimo per il direttore amministrativo di circa 210mila euro lordi l'anno. La differenza tra questo importo e quanto effettivamente percepito, è stata richiesta dall’università.

Una grossa somma che la D’Annunzio, visti anche i tempi di crisi, vuole indietro quanto prima.

Già dal 2009 il ministero dell'Istruzione, università e ricerca aveva chiesto «di eliminare le irregolarità riscontrate» nel trattamento economico di Napoleone che, nel suo ruolo di direttore generale, percepiva circa 400 mila euro lorde l'anno. Porta la data del 19 luglio scorso, la lettera indirizzata all’allora rettore dell'ateneo D'Annunzio, Franco Cuccurullo, e per conoscenza al presidente del collegio dei revisori dei conti dell'università, Giovanni Palazzi, che ha ad oggetto il trattamento economico del direttore generale. «A tutt'oggi», si legge nel documento, «malgrado la gravità della vicenda segnalata, nessuna comunicazione è stata data da codesto ateneo in ordine alle iniziative eventualmente assunte per eliminare le irregolarità riscontrate e ricondurre la fattispecie nel quadro normativo di riferimento». Di lettere, il ministero ne aveva già inviate altre. Ora sembra essere arrivato il momento di fare i conti, nel vero senso della parola.

Intanto, nelle aule di tribunale prosegue la querelle tra Napoleone e l’ateneo. Il prossimo 21 giugno, il Tar di Pescara si esprimerà nel merito su uno dei ricorsi del manager contro la D’Annunzio. A luglio invece, in Consiglio di Stato si discuterà un’altra causa su cui il tribunale amministrativo si è già espresso a favore dell’ateneo. Napoleone infatti, non ha mai ottenuto finora istanze di sospensiva positive.

©RIPRODUZIONE RISERVATA