L’auto di Menna a fuoco nel 2022 Il raid vandalico senza colpevole
Indagini concluse: impossibile risalire all’autore dell’atto intimidatorio contro il primo cittadino Il sindaco: «Le immagini hanno ripreso un uomo vestito di nero, incappucciato e irriconoscibile»
VASTO. Resterà senza un volto e senza un nome l'uomo incappucciato che due anni fa appiccò il fuoco all’auto del sindaco e presidente della Provincia, Francesco Menna. A confermare che le indagini sono concluse e non sono riuscite a dare un nome a quella figura scura che ha incenerito la sua auto è lo stesso Menna. «Le telecamere hanno ripreso un uomo vestito di nero», racconta il primo cittadino, «incappucciato e con il volto coperto e persino gli occhiali scuri. Impossibile riconoscerlo. Purtroppo», aggiunge sconsolato Menna, «nessun testimone è stato in grado di aggiungere particolari utili all'identificazione».
I resti inceneriti della Fiat 500 L del sindaco di Vasto sono stati rottamati in un officina. Secondo quanto ricostruito, il fuoco è partito dal motore per poi estendersi all’interno della vettura. Il piromane per essere certo che l’auto venisse distrutta ha sistemato sotto l’auto un birillo tagliato e farcito con diavolina.
«Un gesto doloso», dice Menna, «fatto da qualcuno che probabilmente ha male interpretato decisioni da me prese per rispetto alla legge. Un dovere di un sindaco è anche insegnare il rispetto della legalità. Io sono pronto anche a perdonare. Resta la gravità del gesto. Chi pensa di avere ragione deve farlo con il dialogo e non certo in questo modo».
Il piromane ha agito con grande destrezza e rapidità. La polizia ha indagato a lungo ma il camuffamento è stato un grande ostacolo. L’incendio scoppiò alle 23 del 5 dicembre del 2022, quasi due anni fa, nel centro storico di Vasto, in via Leopardi, dove la Fiat 500 L del primo cittadino era parcheggiata. «Non è servito a fermare il mio programma in favore della legalità», afferma ancora Menna. «Dopo l’incendio ho firmato diverse ordinanze per mettere fine agli abusi e sono pronto a farlo ancora». Il rammarico per quanto accaduto resta. «Ripeto: perdono chi mi ha incendiato l'auto. Probabilmente è stato un incendio dovuto a una delle attività che l'amministrazione comunale ha posto in essere: sgomberi, lotta all’evasione, lotta all’illegalità. Ma la violenza è la forza dei deboli, il piromane avrebbe ottenuto di più con il dialogo e convincendomi che magari aveva subito un torto. Perdono, come ho sempre perdonato. In me rimane la speranza che questa persona venga a parlarmi. Mi piacerebbe riuscire a fargli capire che ha sbagliato e che non sono questi i metodi per ottenere giustizia o far valere le proprie ragioni. Io sono sempre aperto al dialogo e al confronto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I resti inceneriti della Fiat 500 L del sindaco di Vasto sono stati rottamati in un officina. Secondo quanto ricostruito, il fuoco è partito dal motore per poi estendersi all’interno della vettura. Il piromane per essere certo che l’auto venisse distrutta ha sistemato sotto l’auto un birillo tagliato e farcito con diavolina.
«Un gesto doloso», dice Menna, «fatto da qualcuno che probabilmente ha male interpretato decisioni da me prese per rispetto alla legge. Un dovere di un sindaco è anche insegnare il rispetto della legalità. Io sono pronto anche a perdonare. Resta la gravità del gesto. Chi pensa di avere ragione deve farlo con il dialogo e non certo in questo modo».
Il piromane ha agito con grande destrezza e rapidità. La polizia ha indagato a lungo ma il camuffamento è stato un grande ostacolo. L’incendio scoppiò alle 23 del 5 dicembre del 2022, quasi due anni fa, nel centro storico di Vasto, in via Leopardi, dove la Fiat 500 L del primo cittadino era parcheggiata. «Non è servito a fermare il mio programma in favore della legalità», afferma ancora Menna. «Dopo l’incendio ho firmato diverse ordinanze per mettere fine agli abusi e sono pronto a farlo ancora». Il rammarico per quanto accaduto resta. «Ripeto: perdono chi mi ha incendiato l'auto. Probabilmente è stato un incendio dovuto a una delle attività che l'amministrazione comunale ha posto in essere: sgomberi, lotta all’evasione, lotta all’illegalità. Ma la violenza è la forza dei deboli, il piromane avrebbe ottenuto di più con il dialogo e convincendomi che magari aveva subito un torto. Perdono, come ho sempre perdonato. In me rimane la speranza che questa persona venga a parlarmi. Mi piacerebbe riuscire a fargli capire che ha sbagliato e che non sono questi i metodi per ottenere giustizia o far valere le proprie ragioni. Io sono sempre aperto al dialogo e al confronto».
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