L'ospedale perde il centro trasfusionale
Il servizio di donazione del sangue declassato ad emoteca: protestano gli iscritti all'Avis
VASTO. Al posto dei consiglieri comunali, i pazienti preoccupati. Sulle poltrone occupate dagli assessori, i responsabili dell'Avis. L'annunciato declassamento del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale dell'ospedale San Pio è stato ieri mattina al centro di un incontro convocato dal sindaco, Luciano Lapenna, e dal presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte. Il reparto rischia di essere svilito a emoteca. Lapenna davanti ai pazienti preoccupati ha chiamato al telefono il manager Asl Francesco Zavattaro riuscendo a strappargli la promessa di un incontro a Vasto il 25 ottobre.
L'assoluta necessità di salvaguardare il servizio trasfusionale del San Pio è stata sottolineata, numeri alla mano, dal responsabile provinciale dell'Avis, Sergio Di Tizio, e dal referente locale, Filomena Anna Danenza. Sopprimere i dipartimenti di medicina trasfusionale e dimezzare le unità operative trasfusionali, obbligherà centinaia di pazienti a costose e dolorose trasferte.
La rete trasfusionale locale corre il rischio di essere ridotta a unità di raccolta e servizi di emoteca. Una scelta che va in controtendenza con quanto avviene in molte altre regioni d'Italia.
L'Avis ha lanciato un accorato Sos e il sindaco di Vasto lo ha raccolto. Insieme al presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte e al consigliere Maria Amato, Lapenna ieri mattina ha organizzato un primo incontro. Davanti all'utenza preoccupata ha chiamato al telefono il manager Zavattaro sollecitando e ottenendo la promessa di un faccia a faccia. Il summit è stato programmato per il prossimo 25 ottobre.
«E' chiaro che cercheremo di individuare e percorrere tutte le strade possibili per una soluzione positiva della vicenda in considerazione del ruolo strategico che riveste il servizio trasfusionale di Vasto non solo per l'ospedale San Pio ma per l'intera rete ospedaliera provinciale». Le rassicurazioni del sindaco non bastano per tranquillizzare l'utenza.
Il malumore nei corridoi del San Pio è palpabile. «Per assurdo anziché potenziare i reparti che da anni dimostrano elevata qualità e capacità, li si mortifica», ha protestato un gruppo di pazienti pronto, se necessario, a salire sulle barricate.
«La dottoressa Amato aveva paventato questa ipotesi già ad inizio anno stigmatizzando decisioni che avrebbero provocato forti disagi ai malati», ricorda il presidente Forte. «Sono ormai lontani i tempi in cui si programmava per Vasto un progetto di ospedale moderno, competitivo e attrattivo. I commissari si muovono su un'orografia territoriale che non conoscono e su destini di persone che non li riguardano. Poco importa se gli eccellenti risultati del reparto diretto da Pasquale Colamartino ha portato Vasto sulle prime pagine dei giornali nazionali», è il rammarico dell'esponente del Pd.
L'assoluta necessità di salvaguardare il servizio trasfusionale del San Pio è stata sottolineata, numeri alla mano, dal responsabile provinciale dell'Avis, Sergio Di Tizio, e dal referente locale, Filomena Anna Danenza. Sopprimere i dipartimenti di medicina trasfusionale e dimezzare le unità operative trasfusionali, obbligherà centinaia di pazienti a costose e dolorose trasferte.
La rete trasfusionale locale corre il rischio di essere ridotta a unità di raccolta e servizi di emoteca. Una scelta che va in controtendenza con quanto avviene in molte altre regioni d'Italia.
L'Avis ha lanciato un accorato Sos e il sindaco di Vasto lo ha raccolto. Insieme al presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte e al consigliere Maria Amato, Lapenna ieri mattina ha organizzato un primo incontro. Davanti all'utenza preoccupata ha chiamato al telefono il manager Zavattaro sollecitando e ottenendo la promessa di un faccia a faccia. Il summit è stato programmato per il prossimo 25 ottobre.
«E' chiaro che cercheremo di individuare e percorrere tutte le strade possibili per una soluzione positiva della vicenda in considerazione del ruolo strategico che riveste il servizio trasfusionale di Vasto non solo per l'ospedale San Pio ma per l'intera rete ospedaliera provinciale». Le rassicurazioni del sindaco non bastano per tranquillizzare l'utenza.
Il malumore nei corridoi del San Pio è palpabile. «Per assurdo anziché potenziare i reparti che da anni dimostrano elevata qualità e capacità, li si mortifica», ha protestato un gruppo di pazienti pronto, se necessario, a salire sulle barricate.
«La dottoressa Amato aveva paventato questa ipotesi già ad inizio anno stigmatizzando decisioni che avrebbero provocato forti disagi ai malati», ricorda il presidente Forte. «Sono ormai lontani i tempi in cui si programmava per Vasto un progetto di ospedale moderno, competitivo e attrattivo. I commissari si muovono su un'orografia territoriale che non conoscono e su destini di persone che non li riguardano. Poco importa se gli eccellenti risultati del reparto diretto da Pasquale Colamartino ha portato Vasto sulle prime pagine dei giornali nazionali», è il rammarico dell'esponente del Pd.
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