L’ultimo saluto a Lorena: piange il marito indagato 

Il dolore della sorella che abbraccia la bara, un grido dalla folla: «Quanta rabbia»

ORTONA. In un clima cupo e opprimente è stato celebrato ieri pomeriggio, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Ortona, il funerale di Lorena Paolini, 53 anni, trovata morta lo scorso 18 agosto nella sua abitazione in contrada Casone con evidenti segni di strangolamento, come ha accertato l’autopsia eseguita dal medico legale Cristian D’Ovidio. La messa è stata celebrata dal vescovo di Lanciano-Ortona, monsignor Emidio Cipollone. Dopo due settimane la procura ha dato il via libera quindi alla cerimonia funebre alla quale, ieri, era presente anche Andrea Cieri, marito di Paolini, unico accusato di omicidio volontario. Una chiesa blindata ai giornalisti per volere dei familiari, l’ampio sagrato pieno di persone, numerosa la presenza di carabinieri e di agenti di polizia municipale, un clima di diffidenza e sospetti: questo l’ambiente che ha generato quel clima cupo del quale si diceva.
I FAMILIARI
Qualche minuto prima del feretro arriva la sorella Silvana, piegata dal dolore. Un gruppo di persone le si avvicina, si stringono, si abbracciano, piangono. La stanno per condurre in chiesa quando il piccolo portico fa da cassa di risonanza a un urlo: «Quanta rabbia!». Poco dopo, arriva il carro funebre dell’agenzia Cieri, famiglia di Andrea. Lorena è in una bara bianca. E bianchi sono anche i fiori. Presenti sono il fratello di Andrea, Peppino, e una delle due figlie di Lorena. Le persone fanno corona, ma a distanza. In chiesa, a sinistra ci sono i familiari della defunta e, a destra, i Cieri. Andrea è al primo banco, piange. Alcuni parenti lo accarezzano, lo stringono. All’uscita le persone si accalcano, Silvana si getta sulla bara della sorella, l’accarezza, piange, non vuole staccarsi. Forse le ripete quella promessa fatta alcuni giorni fa: «Riposa in pace, angelo mio. Sarò la tua voce». In chiesa, per la rispettabile volontà dei familiari, è vietato fare video e foto. Ad alcuni giornalisti, che prendono appunti durante l’omelia del vescovo, viene intimato di interrompere il proprio lavoro e di uscire dalla chiesa.
L’OMELIA DEL VESCOVO
«In questa situazione drammatica, il Signore ci dice che la parola “morte” è penultima, la prima è “vita, amore”». Monsignor Cipollone commenta il vangelo di Luca nel quale si dice dell’ingresso di Gesù nel tempio, a Nazareth. Il vescovo di Lanciano-Ortona traccia una catechesi, parlando al cuore dei fedeli. «Siamo tutti prigionieri: del dolore, dello sconforto, dello scoraggiamento, la parola di Gesù viene a liberarci, a togliere tutti i vincoli di qualcosa che non ci appartiene. Questa Parola ci rimette in piedi, è come se togliesse un grosso peso sulle spalle. Oggi possiamo iniziare un percorso nuovo, la parola di Dio ci apre un orizzonte».
IL RICORDO DI LORENA
È il parroco di Santa Maria delle Grazie, all’inizio della messa, a tracciare un breve ricordo: «Lorena viveva nella semplicità e silenzio». Commovente un manifestino funebre: «A nostro malincuore ti dobbiamo salutare. Di te ricorderemo sempre la dolcezza, il sorriso, la gentilezza e la bontà d’animo». E in un altro: «Per un bel pezzo di vita hai fatto parte della nostra comunità, crescendo insieme a tutti noi. Ora increduli e attoniti, conserveremo nei cuori il tuo sorriso e la tua voglia di vivere». Un’intera comunità attende di sapere chi ha ucciso Lorena, considerato che, come confermato dall’autopsia, eseguita dal medico legale D’Ovidio, docente dell’università d’Annunzio Chieti-Pescara, sul corpo della donna sono stati trovati segni di strangolamento. Una delle ipotesi è che sia stato utilizzato il guinzaglio del suo cane e toccherà al medico legale stabilire l’eventuale compatibilità. Il fascicolo è stato subito aperto con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Sono macigni le affermazioni della sorella (il suo legale di fiducia è l’avvocato Francesca Di Muzio): «Voglio solo la verità: devo sapere cosa è successo e come. Qualcosa è accaduto in quella casa».
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