La bimba rapita torna in Italia Andrà in una struttura segreta 

Il rientro a giorni. Avviata la procedura per estradare la madre che l’ha portata via da Sambuceto La fuga era stata pianificata da tempo insieme ai parenti: indagini per individuare altri complici

SAN GIOVANNI TEATINO. Una futuro da dare a una bambina e le conseguenze giudiziarie di una famiglia che, finora, con la giustizia già ha avuto a che fare non poco. Lungo queste strade andrà avanti la vicenda della piccola di otto anni portata via da San Giovanni Teatino dalla madre pregiudicata con la complicità di più d’un parente, e ritrovata mercoledì dalla polizia tedesca in un appartamento di Duisburg, in Germania. Qui si sono incrociate le indagini parallele delle procure di Chieti e Pescara, con la squadra mobile teatina da un lato sulle tracce di mamma e figlia, e i carabinieri della zia paterna latitante, che ha coperto la fuga insieme al compagno. Per i loro, si sono aperte le porte del carcere di Duisburg. Per quaranta giorni la bambina è stata all’estero, portata via dalla madre che, come il padre, deve rispondere di reati legati allo spaccio di stupefacenti. E, ora, anche di violazione dell’obbligo di dimora e di sottrazione di minore.
Della bimba, nell’immediato, si occuperà Monia Scalera, avvocato del foro di Chieti, nominata curatrice dal tribunale dei minori dell’Aquila, che già nelle scorse settimane l’ha seguita. Scalera attende il via libera per partire e riportare in Italia una bambina che non è mai andata a scuola, che di fatto non ha mai frequentato regolarmente un ambiente di coetanei. Tra le altre cose, non è neanche mai stata vaccinata.
«Sono preoccupata per lei che, nel giro di poche settimane, ha vissuto due irruzioni della polizia in casa», confida l’avvocato Scalera. La prima ad aprile, con le perquisizioni dei carabinieri a Sambuceto e il ritrovamento di armi e droga. E poi il blitz della polizei l’altro ieri a Duisburg, dove la piccola soggiornava, volente o nolente, con la madre in fuga, la zia latitante (leggi l’articolo in cronaca di Pescara) e il compagno di lei, slavo con precedenti per stupefacenti e reati contro il patrimonio. «Per ora è stata trasferita in una struttura dove sicuramente si bada alla sua incolumità fisica», sottolinea Scalera, «ma non va sottovalutata la sua incolumità psicologica. Per questo non vedo l’ora di andarla a prendere e riportarla in Italia». Una volta qui, sarà affidata a una struttura protetta, e potrà andare avanti la procedura di adottabilità, in quanto a madre e padre viene contestata la decadenza della responsabilità genitoriale. «Comunque, come ho constatato nelle scorse settimane, è una bambina socievole ed educata, parla bene», rileva Scalera.
Dall’altro lato proseguiranno invece le vicende giudiziarie dei familiari, a partire dalla madre che dovrà rispondere di violazione dell’obbligo di dimora e di sottrazione di minore. Un’accusa che pende anche su altri cinque familiari indagati per sottrazione di minore in concorso. E che potrebbe riguardare eventuali altri complici. La casa di nonna e zii, dove stava la sera e nei fine settimana perché affidata “in semiresidenziale”, la bimba dovrebbe infatti averla già lasciata quantomeno nel tardo pomeriggio di sabato 25 maggio, ovvero il giorno antecedente la denuncia di domenica mattina: all’autostazione di Bologna era già arrivata con “mezzi propri” per le 22, pronta a prendere un bus di linea per Monaco di Baviera. Di qui poi la fuga già pianificata – come proverebbero i frequenti contatti telefonici tra mamma e zia antecedenti la scomparsa – attraverso la Germania, tra la zona di Dortmund, dove ci sono parenti della zia ormai ex latitante, e quella di Duisburg. Città tra l’altro tristemente nota per fatti di sangue legati alla ‘ndrangheta. Già oggi potrebbe arrivare una prima risposta sulla richiesta di estradizione per la madre. E, si spera, buone notizie per la bambina.
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