La candidatura Borrelli spacca il Pd
Ma la dirigenza avverte gli oppositori: chi dice no si mette fuori dal partito
ATESSA. L'appoggio a Giulio Borrelli porta al muro contro muro nel Pd e non è esclusa la resa dei conti. Chi si metterà contro la decisione ufficiale sarà fuori dal partito: ad affermarlo sono i segretari cittadino, provinciale e regionale. Lo scontro nasce dal fatto che Borrelli ha chiesto ai partiti e (ai simboli) di rimanere fuori dal suo movimento Per Atessa Unita, lasciando spazio a persone e programmi.
Se da una parte la proposta riscuote il consenso dei giovani del Partito democratico, di esponenti come l'ex sindaco Giuseppe Cellucci, Tito Antonini e Giorgio Farina, quindi delle segreterie cittadina, provinciale e regionale, dall'altra, ha trovato resistenza in un gruppo di iscritti che annovera tra gli altri l'ex senatore del Pci, Angelo Staniscia.
Neanche sui numeri c'è accordo, perché se è vero che i quattro quinti del direttivo appoggiano la candidatura di Borrelli altrettanto vero che circa cento iscritti, sui 173 effettivi, hanno firmato un documento nel quale chiedono che sia il partito a poter entrare nel progetto e discutere il programma.
Oggi, alle 18.30, alla Masseria, lo strappo potrebbe essere ufficializzato perché la fazione contraria ha auto-convocato un'assemblea, alla quale parteciperà Camillo D'Alessandro, capogruppo del partito in consiglio regionale, con un tema quanto mai esplicativo: «Per un Partito democratico protagonista». Il gruppo contrario alla candidatura di Borrelli chiede che la lista futura sia caratterizzata nel simbolo, programma e candidati come espressione del centrosinistra. «No a simboli con nomi di persone» si legge nel manifesto che invita all'incontro che pone altri due No: «che il compito di selezione sia affidato a una sola persona» e «a eventuali altri candidati indicati dal movimento civico».
In caso contrario, si chiederà di fare le primarie.
I segretari cittadini (Manuela Carlucci), provinciale (Camillo Di Giuseppe) e regionale (Silvio Paolucci) non ci stanno e affermano: «Sono pretestuosi gli argomenti di chi vuole dipingere il Partito democratico come semplice comparsa della politica atessana. In tutto il percorso fino a oggi compiuto, abbiamo cercato di preservare l'unità del partito accogliendo le istanze delle diverse sensibilità presenti. Tuttavia, chi compie atti contrari al partito e contro la sua linea politica si pone automaticamente al di fuori e in contrapposizione a esso».
In una lettera inviata agli iscritti, i tre segretari sentono la necessità di informare che: il simbolo della lista unitaria sarà diverso dal simbolo del movimento e sarà scelto dai componenti e sostenitori del movimento stesso, in modo collegiale; il programma, che il partito si sta impegnando a redigere, e la lista dei candidati non saranno affidati a una sola persona. «È stata proposta la candidatura di Borrelli», spiega il vertice del Pd, «perché si ritiene che sia l'unica garanzia per la riuscita del progetto, in quanto collante delle diverse forze coinvolte».
La conclusione è al vetriolo: «Il Pd non si lascerà coinvolgere in beghe personalistiche o in vecchie logiche di una certa politica che vede come avversario il proprio alleato prim'ancora del vero rivale».
Se da una parte la proposta riscuote il consenso dei giovani del Partito democratico, di esponenti come l'ex sindaco Giuseppe Cellucci, Tito Antonini e Giorgio Farina, quindi delle segreterie cittadina, provinciale e regionale, dall'altra, ha trovato resistenza in un gruppo di iscritti che annovera tra gli altri l'ex senatore del Pci, Angelo Staniscia.
Neanche sui numeri c'è accordo, perché se è vero che i quattro quinti del direttivo appoggiano la candidatura di Borrelli altrettanto vero che circa cento iscritti, sui 173 effettivi, hanno firmato un documento nel quale chiedono che sia il partito a poter entrare nel progetto e discutere il programma.
Oggi, alle 18.30, alla Masseria, lo strappo potrebbe essere ufficializzato perché la fazione contraria ha auto-convocato un'assemblea, alla quale parteciperà Camillo D'Alessandro, capogruppo del partito in consiglio regionale, con un tema quanto mai esplicativo: «Per un Partito democratico protagonista». Il gruppo contrario alla candidatura di Borrelli chiede che la lista futura sia caratterizzata nel simbolo, programma e candidati come espressione del centrosinistra. «No a simboli con nomi di persone» si legge nel manifesto che invita all'incontro che pone altri due No: «che il compito di selezione sia affidato a una sola persona» e «a eventuali altri candidati indicati dal movimento civico».
In caso contrario, si chiederà di fare le primarie.
I segretari cittadini (Manuela Carlucci), provinciale (Camillo Di Giuseppe) e regionale (Silvio Paolucci) non ci stanno e affermano: «Sono pretestuosi gli argomenti di chi vuole dipingere il Partito democratico come semplice comparsa della politica atessana. In tutto il percorso fino a oggi compiuto, abbiamo cercato di preservare l'unità del partito accogliendo le istanze delle diverse sensibilità presenti. Tuttavia, chi compie atti contrari al partito e contro la sua linea politica si pone automaticamente al di fuori e in contrapposizione a esso».
In una lettera inviata agli iscritti, i tre segretari sentono la necessità di informare che: il simbolo della lista unitaria sarà diverso dal simbolo del movimento e sarà scelto dai componenti e sostenitori del movimento stesso, in modo collegiale; il programma, che il partito si sta impegnando a redigere, e la lista dei candidati non saranno affidati a una sola persona. «È stata proposta la candidatura di Borrelli», spiega il vertice del Pd, «perché si ritiene che sia l'unica garanzia per la riuscita del progetto, in quanto collante delle diverse forze coinvolte».
La conclusione è al vetriolo: «Il Pd non si lascerà coinvolgere in beghe personalistiche o in vecchie logiche di una certa politica che vede come avversario il proprio alleato prim'ancora del vero rivale».
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