La chiesa di Santa Lucia danneggiata dalla fogna: ora controlli sulle crepe
La curia di Lanciano-Ortona avvia gli interventi di manutenzione Don Domenico: verifiche sulle lesioni per garantire la sicurezza
LANCIANO. Prima i lavori di manutenzione ordinaria e poi la collocazione di fessurimetri per monitorare alcune crepe e verificare se siano di assestamento: è la chiesa di Santa Lucia su corso Roma al centro di interventi da parte della Curia di Lanciano-Ortona e della parrocchia. Sono stati avviati, infatti, lavori di manutenzione, risanamento intonaci e tinteggiatura in particolare nella seconda campata in corrispondenza dell’altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Impalcature montate e operai già al lavoro per ridare decoro alla chiesa diventata parrocchia nel 1249.
«Abbiamo avviato i lavori per risistemare il lato destro dell’edificio sacro intaccato da infiltrazioni di acque fognarie», spiega don Angelo Giordano, vicario generale e legale rappresentante della parrocchia. «Abbiamo notato che lo spesso muro fatto di pietre e laterizi era sempre più umido, poi bagnato e dopo alcune ispezioni si è capito che il problema era causato dalla perdita di una fogna che corre lungo il vico di Corso Roma accanto alla chiesa. I liquidi con gli anni si sono riversati nel vicolo e sul muro fino all’altezza di un metro e mezzo. La Curia e la parrocchia hanno quindi prima riparato la fogna, poi atteso che non ci fossero ulteriori perdite e l’asciugatura del muro e ora possiamo procedere col ripristino degli intonaci ammalorati, la tinteggiatura in particolare dell’area centrale ovviamente con prodotti appositi per l’umidità, la traspirazione. C’è il benestare anche della Sovrintendenza».
Altro edificio del centro storico intaccato quindi da problemi nel sottosuolo, da perdite di condotti vecchi e sottodimensionati. I lavori a Santa Lucia, progetto dell’architetto Maria Paola Cocco e lavori della Ge.Co. Snc di Americo Di Menno Di Bucchianico da 13.500 euro, portano alla sua apertura solo il sabato e la domenica per le messe. «Contiamo di ultimare i lavori per la festa di Santa Lucia», dice don Angelo, «e salvo imprevisti, già verificatesi con problemi ai cavi elettrici, il 10 dicembre potremmo togliere le impalcature».
Ma, una volta terminati questi lavori si passerà alla sistemazione di 11 fessurimetri per monitorare alcune crepe formatesi nella chiesa, in particolare dal centro verso il lato sinistro dell’edificio. «Per una questione di sicurezza saranno sistemati 11 fessurimetri digitali», precisa don Domenico Di Salvatore, responsabile beni ecclesiastici della diocesi. «Sono necessari per monitorare alcune crepe capire che natura hanno, se ci sono movimenti, se sono di assestamento».
E la Curia ha già fatto interventi del genere, ad esempio a Madonna del Carmine. Nella chiesa erano stati sistemati fessurimetri per monitorare crepe ben maggiori di quelle a Santa Lucia per capire se ristrutturare la chiesa o meno; proprio il monitoraggio aveva evidenziato che c’era, e c’è, una frana in atto lungo il fianco della collina, in fase attiva che ha portato in estate al crollo della lunetta dell’abside dell’edificio. E Madonna del Carmine è uno dei tre progetti in cui l’amministrazione Paolini ha spacchettato il piano frane da 12 milioni di euro assieme ai progetti di “Fosso pietroso-condotto Sargiacomo-Diocleziano”, e di via del Ponte che devono essere inseriti nella piattaforma Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) per avere i fondi entro dicembre.
«Abbiamo avviato i lavori per risistemare il lato destro dell’edificio sacro intaccato da infiltrazioni di acque fognarie», spiega don Angelo Giordano, vicario generale e legale rappresentante della parrocchia. «Abbiamo notato che lo spesso muro fatto di pietre e laterizi era sempre più umido, poi bagnato e dopo alcune ispezioni si è capito che il problema era causato dalla perdita di una fogna che corre lungo il vico di Corso Roma accanto alla chiesa. I liquidi con gli anni si sono riversati nel vicolo e sul muro fino all’altezza di un metro e mezzo. La Curia e la parrocchia hanno quindi prima riparato la fogna, poi atteso che non ci fossero ulteriori perdite e l’asciugatura del muro e ora possiamo procedere col ripristino degli intonaci ammalorati, la tinteggiatura in particolare dell’area centrale ovviamente con prodotti appositi per l’umidità, la traspirazione. C’è il benestare anche della Sovrintendenza».
Altro edificio del centro storico intaccato quindi da problemi nel sottosuolo, da perdite di condotti vecchi e sottodimensionati. I lavori a Santa Lucia, progetto dell’architetto Maria Paola Cocco e lavori della Ge.Co. Snc di Americo Di Menno Di Bucchianico da 13.500 euro, portano alla sua apertura solo il sabato e la domenica per le messe. «Contiamo di ultimare i lavori per la festa di Santa Lucia», dice don Angelo, «e salvo imprevisti, già verificatesi con problemi ai cavi elettrici, il 10 dicembre potremmo togliere le impalcature».
Ma, una volta terminati questi lavori si passerà alla sistemazione di 11 fessurimetri per monitorare alcune crepe formatesi nella chiesa, in particolare dal centro verso il lato sinistro dell’edificio. «Per una questione di sicurezza saranno sistemati 11 fessurimetri digitali», precisa don Domenico Di Salvatore, responsabile beni ecclesiastici della diocesi. «Sono necessari per monitorare alcune crepe capire che natura hanno, se ci sono movimenti, se sono di assestamento».
E la Curia ha già fatto interventi del genere, ad esempio a Madonna del Carmine. Nella chiesa erano stati sistemati fessurimetri per monitorare crepe ben maggiori di quelle a Santa Lucia per capire se ristrutturare la chiesa o meno; proprio il monitoraggio aveva evidenziato che c’era, e c’è, una frana in atto lungo il fianco della collina, in fase attiva che ha portato in estate al crollo della lunetta dell’abside dell’edificio. E Madonna del Carmine è uno dei tre progetti in cui l’amministrazione Paolini ha spacchettato il piano frane da 12 milioni di euro assieme ai progetti di “Fosso pietroso-condotto Sargiacomo-Diocleziano”, e di via del Ponte che devono essere inseriti nella piattaforma Rendis (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) per avere i fondi entro dicembre.