rischio di contagi
La Cisas: l’ambulatorio di pneumologia va trasferito
CHIETI. Pazienti con diverse patologie, anche gravi, a stretto contatto tra di loro, ambienti angusti ed evidenti carenze igieniche da sanare prima possibile. Altra giornata da bollino rosso nei...
CHIETI. Pazienti con diverse patologie, anche gravi, a stretto contatto tra di loro, ambienti angusti ed evidenti carenze igieniche da sanare prima possibile. Altra giornata da bollino rosso nei locali del servizio territoriale di Pneumologia in via Federico Salomone, a due passi dall’ufficio igiene.
La Cisas non ci sta e annuncia azioni di protesta clamorose.
«Invieremo un esposto alla procura della Repubblica e chiederemo», afferma Ginevra Nardone della segreteria della Cisas, «un incontro urgente alla direzione sanitaria della Asl di Chieti. L’ambulatorio di Pneumologia va spostato subito senza ulteriori rinvii».
Che, invece, ci sono puntualmente materializzati negli ultimi mesi. Il presidio di Pneumologia, infatti, inizialmente si sarebbe dovuto spostare a settembre negli spazi disponibili all’interno del vecchio ospedale Santissima Annunziata. Settembre è passato e l’ambulatorio è rimasto al suo posto. In un secondo momento, poi, la Asl aveva assicurato che il trasferimento si sarebbe fatto entro la fine dell’anno ma il 2012 volge ormai al termine e non si hanno notizie del trasloco. Intanto la situazione del servizio territoriale di Pneumologia è precipitata. Anche ieri nel presidio sanitario di via Salomone c’erano una ventina di pazienti accalcati nella piccola sala di attesa per aspettare il proprio turno. In fila giovani e anziani afflitti da malattie respiratorie di vario tipo insieme a coloro che dovevano sostenere test per la tubercolosi.
«Esami», spiega Nardone, «obbligatori per l’idoneità al lavoro del personale medico e paramedico malgrado, di recente, siano aumentati anche i casi di persone affette dalla tisi».
Peccato che, spesso e volentieri, le naturali attività di prevenzione vadano a sommarsi a diagnosi di malattie vere e proprie. Il tutto in appena due stanze di pochi metri quadrati e con una sola toilette annessa. Dove, ovviamente, vanno indistintamente il personale medico e tutti i pazienti.
«E’ chiaro», riprende Nardone, «che ci siano gravi problemi igienici sanitari nel dipartimento di prevenzione di Pneumologia. Persone sane, o con disturbi respiratori minori, rischiano il contagio di qualche malattia grave in quanto stiamo parlando di patologie respiratorie».
In passato, sempre su sollecitazione della Cisas, l’ambulatorio di Pneumologia è stato visionato da un ispettore del lavoro. «Che», ricorda Nardone, «aveva chiaramente definito non idonei i locali occupati. La Asl faccia qualcosa in fretta perché gli utenti pagano ticket costosi per ricevere un servizio a metà».
Jari Orsini
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