La Corte dei conti boccia la Asl: «In un anno raddoppiati i debiti» 

Il comitato ristretto dei sindaci torna ad attaccare il dg Schael dopo la relazione dei magistrati: «I nostri allarmi si sono dimostrati fondati, l’azienda sanitaria teatina è la peggiore d’Abruzzo»

CHIETI. «La Asl Lanciano Vasto Chieti è maglia nera della sanità regionale, la peggiore dell’intero Abruzzo. Questo giudizio impietoso è della Corte dei Conti e dimostra la correttezza del nostro operato all'interno del comitato ristretto dei sindaci, che ha bocciato il bilancio Asl 2023 e il piano di rientro che taglia i servizi con giudizi sempre di natura giuridico-contabile e mai politici». È il commento dei sindaci del comitato ristretto Asl Diego Ferrara (Chieti), Giulio Borrelli (Atessa), Francesco Menna (Vasto), Massimo Tiberini (Casoli) e del neoeletto Agostino Chieffo (Gissi) sul “Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio 2023”, in particolare per quanto attiene la “spesa sanitaria” espresso dalla Corte dei Conti. «I magistrati nella loro analisi confermano i pareri negativi espressi da noi del comitato», riprendono i sindaci, forti dell’avallo anche del sindaco di centrodestra Chieffo che, dati alla mano, non è andato contro il comitato tacciato invece da alcuni colleghi di centrodestra di essere schierato politicamente contro l’Asl e il dg Thomas Schael. «La Corte ha prima denunciato la tardiva approvazione sia dei bilanci delle Asl, sia del bilancio consolidato della Regione», riprendono i cinque sindaci, «poi ha rilevato che “emerge, rispetto al 2022, un decremento del risultato negativo per tutte le aziende, tranne che per quella di Lanciano Vasto Chieti, che passa da – 23.920.825 nel 2022, a – 47.972.381, 2023». Quindi, mentre le altre Asl migliorano, quella teatina raddoppia il debito rispetto al 2022. Attualmente il deficit 2023 sarebbe di circa -48 milioni di euro, superiore, cioè, di circa 7 milioni rispetto a quello emerso dal bilancio consuntivo 2023 bocciato dal Comitato che segnava -41 milioni di euro. Debiti quindi cresciuti ancora come accade dal 2019 sempre con meno prestazioni e più mobilità passiva».
I sindaci evidenziano anche che la mobilità passiva è peggiorata arrivano a -109 milioni e «che gli accordi per la mobilità che si stanno sottoscrivendo con le Regioni limitrofe prevedono forme di compensazione solo per le prestazioni ad alta e media complessità e non per quelle a bassa intensità che invece prevalgono nella Asl chietina». Altri debiti quindi?
Poi c’è il problema del mancato azzeramento delle liste di attesa. «La Corte ha rimarcato che la Asl non ha centrato il recupero delle liste di attesa, che deve essere invece considerato come uno dei principali problemi del servizio sanitario», evidenziano i sindaci. «Secondo la Corte, infatti, spesso i lunghi tempi di attesa si traducono in rinuncia alle cure o in aggravio delle condizioni di salute, o al ricorso degli esami a pagamento. Crediamo che l’inclemenza dei numeri e il giudizio impietoso della magistratura contabile non abbiano bisogno di alcun altro commento e dimostrino la correttezza dell’operato del Comitato Ristretto dei sindaci».
«Non solo», chiude Borrelli, «con questi dati devastanti la Regione non può continuare a far finta di niente. Si assuma finalmente le proprie responsabilità. Prestazioni diminuite, aumento delle liste di attesa, deficit in crescita continua. Dritti di questo passo, si rischia il commissariamento».
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