La difesa di Ferrara e Di Primo di fronte alla Corte dei conti 

Comincia il procedimento a carico di sindaco, ex sindaco, rispettivi assessori al bilancio e revisori La vecchia amministrazione è accusata di aver creato il buco, quella attuale di non aver riparato

CHIETI. Quattro ore in camera di consiglio per tentare di capire di chi è la responsabilità del dissesto del Comune. Si è svolta ieri all’Aquila nella sede della Corte dei conti, dinanzi al giudice Paola Lo Giudice, la prima udienza del procedimento a carico di sindaco ed ex sindaco, Diego Ferrara e Umberto Di Primio, dell’assessore alle finanze e del suo predecessore, Tiziana Della Penna e Valentina Luise, e dei componenti degli ultimi tre collegi dei revisori dei conti per far luce sul dissesto dell’ente. L’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Maria Ciani, ritiene che sia la giunta Di Primio che quella Ferrara hanno portato al dissesto e chiede 88mila euro all’ex sindaco, 84.750 euro all’attuale sindaco, 50mila euro all’ex assessore alle finanze, 40.500 euro all’attuale e altre somme ai revisori.
DUE MESI PER DECIDERE
La Procura della Corte dei conti risale nell’inchiesta al 2015. Il giudice ha due mesi di tempo per emettere una decisione. L’ex sindaco e l’ex assessore hanno assunto una linea di difesa comune, sostenuta dai tre avvocati Enzo Di Baldassarre, Sergio Della Rocca e Pasqualina Di Cicco che hanno depositato una “comparsa di risposta”, ovvero un primo atto di difesa, composto da 183 allegati per un totale di circa 700 pagine. La difesa del sindaco Ferrara, sostenuta in aula dall’avvocato Raimondo D’Aquino di Caramanico, non è stata invece comune con l’assessore Della Penna, difesa da Roberto Colagrande.
LE DIFESE
Di Primio e Luise sono stati accusati di gestione rovinosa e di non aver fatto nulla per evitare la crisi economica e finanziaria del Comune, mentre Ferrara e Della Penna di aver reso irreversibile il processo, con un piano di riequilibrio bocciato dalla Corte dei conti che ha aperto in questo modo il dissesto. La prima a parlare è stata la difesa di Di Primio e Luise, che ha illustrato gli atti fatti dal 2015 al 2020 per ridurre le spese e aumentare le entrate, soprattutto attraverso la riscossione. Sono stati ripercorsi i tagli agli emolumenti degli amministratori comunali e gli altri provvedimenti, compreso il tentativo di vendere una farmacia comunale, che portarono anche l’allora sindaco Di Primio alle dimissioni a causa delle contrarietà riscontrate. Dimissioni poi rientrate. I vari revisori si sono difesi dicendo di aver sempre segnalato alla Corte dei conti la situazione. E infatti, come ricordato anche dalla difesa di Di Primio e Luise, dalla Corte dei conti sono arrivati degli allert ma mai provvedimenti di blocco della spesa o di dissesto guidato. La difesa dell’assessore Della Penna ha insistito invece sul fatto che l’assessore si era dimessa perché in disaccordo con una determinata linea comunale. Mentre quella di Ferrara ha sottolineato come il sindaco, che pure non è un tecnico essendo di professione un medico, abbia cercato di salvare il salvabile attraverso un piano di predissesto che però poi è stato bocciato.
IL COMMENTO
Al termine dell’udienza parla solo l’ex sindaco, che era presente in aula. «Abbiamo dimostrato come non ci sia stato disinteresse da parte mia e del mio assessore», dice Di Primio, «per la situazione critica che stava vivendo il Comune. Anzi i documenti prodotti dimostrano che c’è stata una costante e pressante azione nei confronti degli uffici perché fossero attuate le misure predisposte per contrastare l’incapacità di riscuotere della Teateservizi e ridurre la spesa. Altro dato oggettivo», continua l’ex primo cittadino, «è che durante tutto il periodo contestatoci, sia la Corte dei conti sia i revisori sia il settore finanziario dell’ente mai sono andati oltre le segnalazioni di attenzione nei confronti della situazione economico-finanziario dell’ente».
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