La discarica verso l’ampliamento «La città non è una pattumiera»
A Brecciarola dovrebbe sorgere una piattaforma per lo stoccaggio di ecoballe ma monta la protesta Operazione già autorizzata dalla Regione, manca solo l’ok del Comune per riclassificare una scarpata
CHIETI. Sulla carta il consiglio comunale teatino è chiamato solo a riclassificare la pericolosità di una scarpata, ma nella sostanza significa bloccare o meno l'ampliamento dell'impianto di rifiuti che si trova nella ex discarica di Casoni. Qui dovrà sorgere una piattaforma per lo stoccaggio di ecoballe, cumuli di rifiuti selezionati, triturati e aggregati in blocchi, da trasportare in giro per l'Italia, aumentando i disagi che l'attuale impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) già provoca, come sanno bene i residenti del bivio Brecciarola. L'ampliamento è già stato autorizzato dalla Regione, manca però un solo piccolo passaggio tecnico: la riclassificazione della scarpata, senza cui l'iter non può andare avanti. E proprio questo passaggio tecnico è stato inserito all'ordine del giorno della seduta consiliare di lunedì scorso. Solo che l'assise non è mai arrivata a discutere del punto all'ordine del giorno: la maggioranza, costellata di assenze in aula, non è stata in grado di mantenere il numero legale e la seduta si è sciolta. Il consigliere comunale d'opposizione Maurizio Costa ha poi fatto presente al presidente del Consiglio Luigi Febo che la riclassificazione della scarpata aveva bisogno di ulteriori approfondimenti in commissione e così due giorni fa si è tenuta una nuova commissione in cui, in maniera trasversale, il no al partito di delibera si è allargato. Ma non è la prima volta che il consiglio comunale teatino si trova di fronte alla riclassificazione della scarpata. Il capogruppo Lega, Mario Colantonio, ha ricordato in commissione come da assessore all'urbanistica della precedente amministrazione comunale aveva ritirato lo stesso tipo di delibera che chiedeva la riclassificazione della scarpata e dava sostanzialmente il via libera alla realizzazione della piattaforma dei rifiuti: «Se il Comune non autorizza la riclassificazione della scarpata, la Regione molto probabilmente nominerà un commissario ad acta», ha spiegato Colantonio, che con il suo partito in Regione è maggioranza, «se la Regione vuole realizzare l'ampliamento dell'impianto dei rifiuti, si prenda la responsabilità di farlo con un commissario ad acta. Noi siamo contrari». A suonare la sveglia alla vigilia del consiglio comunale di lunedì scorso era stata l'associazione Chieti Bene Comune presieduta dall'ex consigliere Riccardo Di Gregorio, alla quale aderiscono anche i due consiglieri di Liberi a sinistra, Silvio Di Primio e Valentina De Luca. «La zona del bivio Brecciarola è già abbondantemente martoriata e compromessa dalle scelte fatte in materia di trattamento dei rifiuti», dice Di Gregorio, «e ora il governo regionale ha deciso che Chieti sia sempre di più la “pattumiera” di riferimento anche per i rifiuti che arrivano da fuori regione, in questo caso le ecoballe partiranno da ogni parte della penisola con direzione Chieti. Sicuramente le ripercussioni ambientali e del traffico smisurato di autoarticolati, che trasporteranno queste ecoballe, collasseranno sempre di più la viabilità di zona che già presenta strade che definire dissestate è un eufemismo proprio per il passaggio di mezzi pesanti che, da anni e senza sosta, trasportano rifiuti all’impianto di Tmb».