Il segretario Uil: con lo scontro si perdono gli investimenti

La Fiom conferma lo stop agli straordinari di sabato

PESCARA. «La decisione della Fiom-Cgil di tirare Sevel dentro il suo conflitto politico con Fiat va in direzione opposta agli interessi strategici dell'Abruzzo». Il segretario generale Uil Abruzzo Roberto Campo interviene sul caso scoppiato nella fabbrica del Ducato con lo sciopero proclamato dalla Fiom contro gli straordinari del sabato per chiedere la riassunzione dei precari lasciati fuori dall'azienda e la riapertura della trattativa sul premio del risultato. Uno sciopero - la Fiom ha confermato quello per sabato 18 - che da ieri affianca la Sevel alla Ferrari. Anche a Maranello l'azienda ha minacciato ricorso alle vie legali, l'unica differenza è che lo stop è stato proclamato dalla Fim-Cisl.

«La Fiom-Cgil», secondo Campo, «non sa, o non vuole, uscire da una catena di errori che l'hanno portata a non firmare tre dei quattro ultimi rinnovi contrattuali dei metalmeccanici, incluso il contratto in vigore; opporsi all'investimento di Pomigliano, disconoscendo il voto dei lavoratori e arrivando a sostenere che si dovrebbe tenere conto della minoranza piuttosto che della maggioranza; cercare di far saltare il progetto Fabbrica Italia, il più importante investimento industriale attualmente proposto nel nostro Paese».

«Il tentativo di escalation organizzato dalla Fiom-Cgil», prosegue, «punta ad esportare tensione in ogni stabilimento Fiat ed è approdato alla Sevel». Campo ricorda invece come nel 2004 tutti i sindacati Sevel capirono che bisognava evitare di scatenare un conflitto in Val di Sangro. E aggiunge: «E' paradossale che chi, come la Fiom-Cgil scioperi contro l'utilizzo da parte dell'azienda della norma che da decenni regola l'utilizzo degli straordinari, quasi volesse dimostrare che il contratto non dà garanzie e va non solo innovato, ma cambiato tutto, oppure che non vale la pena di investire in un contesto dove le regole non significano nulla». Di qui le conclusioni e un appello: «L'interesse di lavoratori e disoccupati non è che Sevel entri in questo conflitto tutto politico, ma che anche la nostra regione entri in Fabbrica Italia e benefici degli investimenti Fiat magari nell'indotto. Questa vicenda ci riguarda tutti, adoperiamoci affinché prevalgano gli interessi strategici della collettività e un po' di buon senso». (cr.re.)

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