La Fiom sospende gli scioperi del sabato
Svolta nelle relazioni con Fiat. Fim-Cisl e Uilm: mai violati i diritti dei lavoratori
ATESSA. La Fiom sospende gli scioperi del sabato alla Sevel in occasione degli straordinari. L'obiettivo annunciato è quello di riaprire un confronto con Fiat, proprietaria dello stabilimento di veicoli commerciali insieme al gruppo francese Psa (Peugeot e Citroen), sui piani produttivi e occupazionali, gli investimenti e il futuro della fabbrica, le ralazioni sindacali e l'organizzazione del lavoro.
I metalmeccanici della Cgil intendono così togliere alla Fiat l'alibi dello sciopero per il no alla trattativa. La decisione è stata presa dalle segreterie regionali e provinciali e dalla rappresentanza sindacale di fabbrica della Fiom, in accordo con la segreteria nazionale, e fa seguito alla richiesta di un incontro urgente che il sindacato aveva avanzato a Sevel e Fiat per affrontare il nodo delle tematiche aziendali.
«La Fiom vuole riaprire un dialogo a 360 gradi con l'azienda facendo un primo passo, importante e concreto, come la sospensione degli scioperi», si afferma in una nota del sindacato. «E auspica, a questo punto, una pronta convocazione dell'incontro sindacale per dare avvio a una vera discussione sul futuro produttivo dello stabilimento».
La Fiom si dice dunque disponibile, come lo era stata nel 2005, ad affrontare «i veri problemi della Sevel. Quel che non interessa è la pomiglianizzazione dello stabilimento».
Non seguiranno la scelta della Fiom le tute blu della Failms-Cisal e dell'Usb (Unione sindacale di base), che pertanto continueranno a scioperare nei prossimi sabato lavorativi.
«Andiamo avanti, convinti che i motivi alla base dell'astensione dal lavoro, cioè la clausola di esigibilità, gli accordi di Pomigliano e Mirafiori, i ritmi e carichi di lavoro già pesanti, siano ancora validi» sostiene Remo Casalanguida, segretario della Failms-Cisal di Chieti.
Anche l'Usb ribadisce le proprie ragioni e continuerà sulla linea di «nessun compromesso sui diritti dei lavoratori e chiarimenti sui piani industriali», oltre alla necessità di aumentare l'occupazione senza ricorrere agli straordinari. Commenti sulla svolta della Fiom arrivano dalle organizzazioni sindacali che non hanno scioperato.
«La scelta è frutto del fallimento degli scioperi. La Fiom cerca così di rientrare nella partita Sevel» osserva Domenico Bologna, segretario della Fim-Cisl di Chieti. «Adesso però deve avere il coraggio di ammettere che gli accordi di Pomigliano e Mirafiori non hanno intaccato i diritti dei lavoratori. Lo stesso vale per la clausola di esigibilità della Sevel. Se partiamo da questo presupposto», aggiunge Bologna, «c'è spazio per la discussione. Quando la Fiom torna sui suoi passi e si apre alla collaborazione per la crescita dello stabilimento, non può che farci piacere. Ma dobbiamo precisare» è il parere di Roberto Salvatore, segretario della Fismic, unico sindacato a firmare l'intesa con l'azienda, «che nessun diritto dei lavoratori è stato calpestato dall'accordo sugli straordinari».
«La decisione di revocare lo sciopero» commenta Nicola Manzi, segretario della Uilm di Chieti, «testimonia che la Fiom, dopo avere scioperato contro tutto e tutti, incassa la sconfitta di una strategia tutta politica e nazionale messa in atto anche contro il lavoro e il futuro della Sevel». Alberto Savelli
I metalmeccanici della Cgil intendono così togliere alla Fiat l'alibi dello sciopero per il no alla trattativa. La decisione è stata presa dalle segreterie regionali e provinciali e dalla rappresentanza sindacale di fabbrica della Fiom, in accordo con la segreteria nazionale, e fa seguito alla richiesta di un incontro urgente che il sindacato aveva avanzato a Sevel e Fiat per affrontare il nodo delle tematiche aziendali.
«La Fiom vuole riaprire un dialogo a 360 gradi con l'azienda facendo un primo passo, importante e concreto, come la sospensione degli scioperi», si afferma in una nota del sindacato. «E auspica, a questo punto, una pronta convocazione dell'incontro sindacale per dare avvio a una vera discussione sul futuro produttivo dello stabilimento».
La Fiom si dice dunque disponibile, come lo era stata nel 2005, ad affrontare «i veri problemi della Sevel. Quel che non interessa è la pomiglianizzazione dello stabilimento».
Non seguiranno la scelta della Fiom le tute blu della Failms-Cisal e dell'Usb (Unione sindacale di base), che pertanto continueranno a scioperare nei prossimi sabato lavorativi.
«Andiamo avanti, convinti che i motivi alla base dell'astensione dal lavoro, cioè la clausola di esigibilità, gli accordi di Pomigliano e Mirafiori, i ritmi e carichi di lavoro già pesanti, siano ancora validi» sostiene Remo Casalanguida, segretario della Failms-Cisal di Chieti.
Anche l'Usb ribadisce le proprie ragioni e continuerà sulla linea di «nessun compromesso sui diritti dei lavoratori e chiarimenti sui piani industriali», oltre alla necessità di aumentare l'occupazione senza ricorrere agli straordinari. Commenti sulla svolta della Fiom arrivano dalle organizzazioni sindacali che non hanno scioperato.
«La scelta è frutto del fallimento degli scioperi. La Fiom cerca così di rientrare nella partita Sevel» osserva Domenico Bologna, segretario della Fim-Cisl di Chieti. «Adesso però deve avere il coraggio di ammettere che gli accordi di Pomigliano e Mirafiori non hanno intaccato i diritti dei lavoratori. Lo stesso vale per la clausola di esigibilità della Sevel. Se partiamo da questo presupposto», aggiunge Bologna, «c'è spazio per la discussione. Quando la Fiom torna sui suoi passi e si apre alla collaborazione per la crescita dello stabilimento, non può che farci piacere. Ma dobbiamo precisare» è il parere di Roberto Salvatore, segretario della Fismic, unico sindacato a firmare l'intesa con l'azienda, «che nessun diritto dei lavoratori è stato calpestato dall'accordo sugli straordinari».
«La decisione di revocare lo sciopero» commenta Nicola Manzi, segretario della Uilm di Chieti, «testimonia che la Fiom, dopo avere scioperato contro tutto e tutti, incassa la sconfitta di una strategia tutta politica e nazionale messa in atto anche contro il lavoro e il futuro della Sevel». Alberto Savelli
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