La Sevel denuncia i 7 operai già licenziati per assenteismo  

Atessa, erano stati allontanati dalla fabbrica per presunti abusi sull’utilizzo della legge 104 sull’assistenza ai familiari

ATESSA. Sono stati segnalati alla Procura i sette operai licenziati dalla Sevel nei mesi scorsi per assenteismo. L’azienda di contrada Saletti ha depositato nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica del tribunale di Lanciano una denuncia-querela per accertare se nei comportamenti dei lavoratori si possano individuare anche dei presunti reati. Si tratta di novità assoluta novità per lo stabilimento Sevel che mai aveva fatto ricorso alla Procura per segnalare comportamenti giudicabili penalmente.

Il precedente. Nel novembre scorso ad essere citato in giudizio e successivamente indagato per truffa era stato B.L., operaio Sevel licenziato nel 2010 per aver svolto attività lavorativa in proprio durante l’utilizzo di permessi della legge104 da utilizzare per assistere una zia malata. L’operaio, uno dei primi licenziati dalla Sevel per abuso di legge, aveva presentato un ricorso d’urgenza contro il suo licenziamento, ma il giudice lo aveva respinto. È stato direttamente il giudice del lavoro del tribunale di Lanciano a trasferire gli atti in Procura per verificare l’eventuale sussistenza di un reato penale. Il sostituto procuratore Ruggiero Dicuonzo ha quindi disposto un atto di citazione in giudizio per truffa ai danni dell’Inps e della stessa Sevel. La prima udienza penale è fissata per il 14 febbraio.

La denuncia-querela. Proprio sulla base della decisione del giudice frentano, l’azienda si è trovata quindi di fronte a un precedente importante. Di qui la segnalazione in Procura di tutti gli altri ex dipendenti, in tutto sette, per utilizzo improprio di permessi retribuiti previsti dalla legge 104 per l’assistenza a familiari in condizione di disabilità grave, per congedi parentali o per malattia.

L’assenteismo. La lotta all’assenteismo in Sevel si è intensificata proprio negli ultimi mesi. L’azienda, che occupa in Val di Sangro circa 6.200 operai, conta uno dei dati più allarmanti per quanto riguarda le assenze ingiustificate dal lavoro. La media per assenteismo per malattia in Sevel, che si attesta sul 6%, è la più alta tra tutti gli stabilimenti Fiat d’Italia. I sindacati, Fiom-Cgil in testa, hanno spesso contestato questo dato stabilendo che le assenze conteggiate dall’azienda sono quelle totali che comprenderebbero dunque anche maternità, donazione sangue e altre cause. Sta di fatto che la Sevel ha deciso di usare il pugno duro. E in fabbrica si è scatenato il panico.

I licenziamenti. Dopo una serie di indagini e di appostamenti da parte di investigatori privati, sono sette finora i licenziati in Sevel per varie cause. Gli ultimi in ordine di tempo riguardano abusi di permessi 104 e per malattia. I dipendenti sono stati sorpresi intenti in attività sportive, ad una festa di paese e a raccogliere l’uva o le olive in campagna invece che dedicarsi alla cura e all’assistenza dei familiari oppure restare in casa a curarsi.

I controlli. La Sevel ha sempre sostenuto di voler combattere e arginare il fenomeno dell’assenteismo. Secondo dati aziendali la maggior parte delle assenze sarebbe ciclica, a seconda delle stagioni di raccolta e di lavoro in campagna, e principalmente elevata nei fine settimana. I controlli si concentrano proprio sui picchi di assenze e riguarderebbero casi già noti alla dirigenza.

I ricorsi. Quasi la totalità dei licenziati ha presentato ricorso d’urgenza contro i provvedimenti. Secondo i legali di alcuni di loro, Ernesto Graziani e Pietro Cotellessa, «la normativa che regola l’istituto della 104 è molto generica e non impone di assistere 24 ore su 24 il familiare bisognoso».

Daria De Laurentiis

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