La Silda chiede al giudice il concordato preventivo
In tribunale l’istanza dell’azienda che ha rilevato parte della ex Golden Lady Gli avvocati di Cgil, Cisl e Uil insistono per la dichiarazione di fallimento
VASTO. L’obiettivo è scongiurare il fallimento. Per questa ragione i legali della Silda Invest hanno presentato ieri mattina al giudice del lavoro del tribunale di Vasto, Elio Bongrazio, una proposta di concordato preventivo. Il magistrato si è riservato di valutare la richiesta.
L’udienza fallimentare. Occorrerà attendere qualche giorno per sapere se il giudice Bongrazio riterrà valido il piano da sottoporre ai creditori presentato dall’azienda calzaturiera marchigiana che ha rilevato parte della Golden Lady (l’altra azienda è la New Trade di Prato). La richiesta di fallimento della Silda Invest era stata presentata un mese fa dagli avvocati dei sindacati e dei lavoratori, Agostino Chieffo, Carmine Di Risio e Michele Sonnini dopo aver verificato che la Silda non aveva versato tutti i bonifici degli stipendi arretrati, nè la tredicesima e il pagamento delle ferie ai 115 dipendenti. Viste le inadempienze, il 20 agosto il giudice ha convalidato anche il sequestro conservativo dei beni dell’azienda applicato dall’ufficiale giudiziario il 24 luglio al caveau e ai macchinari.
La rabbia dei lavoratori. Nonostante le vicissitudini, Silda, attraverso le pagine di un quotidiano marchigiano, a fine agosto ha annunciato l’intenzione di produrre a Gissi eleganti scarpe made in Italy. L’annuncio ha fatto infuriare e non poco i lavoratori. «Silda deve andare via. Non ha rispettato gli accordi della ricoversione», protestano i lavoratori. Il 18 settembre partiranno dal Vastese tre pullman diretti a Roma. Nel pomeriggio è previsto un incontro al ministero dello Sviluppo economico. «Speriamo di ricevere prima di quella data le decisioni del giudice del lavoro», dice l'avvocato Chieffo.
Escamotage ed esposti in Procura. Ieri la Silda ha giocato la carta del concordato preventivo. In Abruzzo sono diverse le aziende che, grazie al concordato preventivo in continuità, introdotto di recente con il cosiddetto decreto sviluppo nell’ambito delle modifiche alla legge fallimentare, hanno evitato il fallimento. Nel caso della Silda non è dato sapere se la richiesta di concordato è in continuità o meno. La vertenza è seguita con la massima attenzione non solo dai lavoratori ma anche dall’azienda che ha fornito i macchinari e sostiene di dover ancora essere pagata. Presto anche dalla Procura potrebbero arrivare le risposte ai tre esposti presentati dai sindacati, dall’amministrazione comunale di Gissi insieme al consigliere regionale Nicola Argirò (Pdl) e due giorni fa dai rappresentati di Rifondazione comunista. Negli esposti è riassunta l’odissea dei lavoratori dal 2011 (quando la Golden Lady comunicò l’irrevocabile volontà di cessare l’attività produttiva nello stabilimento di Gissi) alla primavera 2013. Troppo alto il costo pagato dai lavoratori. Tanto il bisogno di giustizia. «Per questo è necessario che intervenga la magistratura su una vicenda dalle mille sfaccettature ma che è emblematica», insistono i sindacati. L’auspicio delle maestranze è che sia il giudice del lavoro e sia la Procura del tribunale di Vasto si pronuncino entro la fine del mese. Intanto politici, sindacati e lavoratori si preparano alla trasferta romana decisi a ottenere l’annullamento della riconversione.
Paola Calvano
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