incubo in famiglia
Lanciano, calci e pugni alla moglie, patteggia due anni
In tribunale la storia di una donna presa a botte dal marito anche davanti alla figlia minorenne
LANCIANO. Ogni volta che si arrabbiava sfogava la sua ira contro la moglie prendendola a calci, pugni e spintoni. E non importava se alle scene cruente assistesse atterrita la figlia minorenne. Un incubo senza fine quello vissuto da una donna frentana e da sua figlia, che per ben 6 anni hanno tollerato, sopportato con fatica quel marito e padre violento. Poi la disperazione ha preso il sopravvento e la donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito. L’uomo, G.T. 46 anni, è finito in tribunale. É comparso di fronte al giudice per le udienze preliminari Marina Valente per rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Il giudice Valente ha accolto il patteggiamento a due anni di reclusione, pena sospesa. Come riportato in aula dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi l’uomo “sottoponeva a continue vessazioni fisiche e psicologiche la moglie percuotendola con calci, pugni e spintoni a seguito di accessi di ira per futili motivi anche nel corso di comuni liti coniugali”. Rabbia e percosse che sarebbero state subite dalla donna dal 2008 al 2014. Schiaffi, pugni e botte che non si arrestavano neanche quando era presente in casa la figlia minore. Non solo. G.T. oltre che di maltrattamenti ha risposto anche di lesioni aggravate “perché colpiva la moglie con un pugno al volto, alla presenza della figlia minore, cagionandole lesioni personali consistite in “infrazione zigomo destro e trauma della regione orbitale sinistra ed emivolto sinistro” giudicate guaribili in 7 giorni”. Fatto avvenuto il 18 febbraio 2014. Sono già tre le condanne per maltrattamenti sentenziate dall’inizio dell’anno mentre c’è stato un solo rinvio a giudizio per maltrattamenti e lesioni deciso dal giudice per le udienze preliminari. (t.d.r.)
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