Lanciano, l’ex cava senza più alberi «Rischio inquinamento»
I residenti al sindaco: «Anni fa qui di notte venivano i camion a scaricare» Chieste trivellazioni nel terreno e la verifica sulle falde acquifere
LANCIANO. Una bomba ecologica a pochi metri dalle case. Sono preoccupati i residenti di Villa Carminello, nel quartiere Santa Rita: l’ex cava di sabbia che giace ormai inerte su 5mila metri quadri di una zona un tempo boschiva e ricca di vegetazione, sarebbe stata riempita negli anni di ogni genere di rifiuti. I residenti, una trentina, nel 2011 avevano anche inviato un esposto alla Procura della Repubblica. Oggi quelle famiglie vogliono sapere cosa c’è in quel terreno utilizzato per riempire la cava e hanno inviato una lettera al Comune di Lanciano e al Corpo forestale dello Stato.
«Io stessa vedevo passare i camion di notte», racconta Rosa Carmelita, la cui villa dista poche decine di metri dalla ex cava, «perché venivano a quell’ora? Che cosa dovevano scaricare? Dopo tutte le notizie di cronaca sul ritrovamento di rifiuti inquinanti e tossici interrati sul territorio nazionale e sapendo che la ditta proprietaria della cava ha scavato ed estratto sabbia fino al raggiungimento delle falde acquifere, come abitanti di Valle Cupa vogliamo sapere qual è lo stato del terreno e tutelare la nostra salute». I residenti chiedono che la ditta venga sollecitata al ripristino dei luoghi (sulla ex cava c'è un un battuto di ghiaia e cemento e non c’è più vegetazione); che vengano fatte trivellazioni nell’area e ai bordi della cava; che vengano effettuate analisi sulle acque nei pozzi e nelle sorgenti della zona.
La questione della ex cava si trascina da tempo. Oltre all’ipotesi di stoccaggio di rifiuti inquinanti ci sono stati anche problemi di assetto idrogeologico. Lo stesso ingegnere comunale Fausto Boccabella, su richiesta della signora Carmelita, effettuò un sopralluogo nel gennaio del 2013. «L’assenza pressoché totale della vegetazione e la posizione di alcuni alberi rimasti», si legge nella relazione, «producono scondiscendimenti e fenomeni erosivi nella zona della scarpata sul lato monte. Inoltre sull’area va controllato il sistema di scolo naturale delle acque di precipitazione per evitare accumuli sulla massa di riempimento della ex cava che potrebbero dare adito a infiltrazioni particolari con innesco di movimenti gravitativi».
Daria De Laurentiis
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