il giubileo diocesano
Lanciano, lettera del Papa:"La vostra è una terra beata"
La missiva in latino portata dal cardinal De Giorgi e letta ai presenti in cattedrale. Oltre mille fedeli alla messa celebrata nella chiesa della Madonna del Ponte
LANCIANO. Doveva essere il protagonista più atteso dei festeggiamenti per i 500 anni di vita della diocesi di Lanciano Ortona; la sua presenza è stata chiesta più volte dall’arcivescovo Emidio Cipollone e, seppure non fisicamente, papa Francesco è stato il protagonista della messa di ieri, celebrata dal cardinale Salvatore De Giorgi, nella cattedrale della Madonna del Ponte, ha chiuso il giubileo diocesano. E’ stato presente con una lettera, inviata al cardinale De Giorgi, nominandolo suo delegato speciale, una lettera in latino, tradotta da Monsignor Antonio Di Lorenzo, in cui ha parlato del Miracolo, di San Tommaso. E’ stato presente perché ha voluto che a fine messa il cardinale consegnasse ai fedeli una sua immagine, affinché tutti possano pregare per lui.
Fedeli che hanno riempito la cattedrale: oltre mille persone all’interno dell’edificio e molte altre sono rimaste fuori ad ascoltare la messa perché le porte sono rimaste aperte. Ha parlato del corpo di Cristo il Papa e poi ha aggiunto: «A Lanciano sono conservate le spoglie mirabili del corpo e del sangue di Cristo che confermano dall’VIII secolo la sua presenza vera nell’Eucarestia, fugando il dubbio di un monaco basiliano e di tutti i fedeli. La presenza di Cristo nell’Eucarestia, la fede e la devozione fioriscono e continuano a fiorire tra i pellegrini e tra gli abitanti di questa terra beata. Per questi motivi sembrò giusto esaltare al nostro predecessore Leone X di costruire la nuova diocesi nella città di Lanciano che ricorda il 500esimo anniversario. Il venerabile fratello Emidio Cipollone ha chiesto con insistente premura la nostra presenza, o l’invio di un presule per rappresentarci in questo evento che è di grande importanza per questa comunità. Ad adempiere a questo compito abbiamo inviato te, (De Giorgi) perché tu ci possa rappresentare, possa presiedere messa a nome nostro e desideriamo che tu esorti tutti i cristiani presenti affinché edifichino il regno di Dio nel territorio, nel segno della pace, dell’amore e della giustizia, e che custodiscano tutte le creature».
In altri passi della lettera scritta il 22 ottobre scorso a De Giorgi, il papa ha ricordato la Madonna del Ponte e San Tommaso, protettori della diocesi. Anche il cardinale De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo e uomo dai molti incarichi in Vaticano, ha ricordato l’importanza del Miracolo. «Avete i segni del corpo e del sangue di Cristo custoditi a San Francesco», ha detto De Giorgi, «fortunati voi che avete quasi vivi i segni dell’Eucarestia, simbolo di misericordia, di amore». A monsignor Cipollone il compito di traghettare la diocesi, fondata nel giugno 1515 da papa Leone X, nel futuro, di chiudere i festeggiamenti per i 500anni e preparare i fedeli all’apertura della porta santa per il giubileo della misericordia. «Questa Chiesa giovane di 500anni», ha chiuso Cipollone «deve continuare a crescere, ad aprirsi, in modo che possa essere degna di Cristo nel terzo millennio».