Lanciano, lo sfogo del pugile: "Io, in carcere per 4 giorni da innocente"

Parla l'uomo accusato di avere picchiato un automobilista: 4 giorni in isolamento in una stanza con gli scarafaggi

LANCIANO. «Anche un solo giorno in carcere, da innocente, è un’eternità. Figuriamoci passarne 4 in isolamento. Ho sofferto. Sto soffrendo». Sono le parole di Mirko De Rosa, 23 anni, pugile professionista scarcerato dopo aver trascorso alcuni giorni a Villa Stanazzo con l’accusa, che si è rivelata falsa, di lesioni pluriaggravate ai danni di un anziano che avrebbe aggredito e picchiato per futili motivi di viabilità il 20 settembre scorso. Il giudice Massimo Canosa ha scarcerato l’uomo dopo l’interrogatorio di garanzia e, soprattutto, sulla base della relazione investigativa presentata dall’avvocato difensore Vincenzo Menicucci, con le testimonianze di tre persone che hanno assistito al diverbio e hanno riferito che l’anziano, ubriaco, sarebbe caduto da solo a terra e che De Rosa l’avrebbe soccorso assieme ad altre persone.

«Ringrazio Dio ogni giorno per la presenza di quei testimoni», racconta De Rosa ancora scosso dai giorni vissuti in isolamento, «altrimenti ero ancora in carcere. Mi hanno arrestato a casa, davanti alla mia famiglia, alle 6 del mattino. Non mi hanno dato la possibilità di parlare. Mi hanno messo in isolamento, in una stanza con gli scarafaggi. Il materasso? Una spugna gialla. Niente. Non un asciugamano, un pezzo di sapone. Io continuavo a professarmi innocente. Ho sofferto, soffro ancora per essere stato trattato peggio di un omicida. Passare per uno che ha picchiato un anziano mentre in realtà si è innocenti è una cosa che ti uccide dentro. Non ci sono parole che possono descrivere quello che ho provato e che provo».

Secondo i testimoni oculari il diverbio tra De Rosa e l’anziano sarebbe iniziato alla rotonda di Sant’Antonio, con il 68enne che, alla guida di un furgoncino, aveva bloccato il traffico. De Rosa, non riuscendo a passare, aveva suonato due volte il clacson e l’anziano, ubriaco, aveva risposto con un gestaccio. Poi il pugile lo avrebbe inseguito, raggiunto alla rotonda di via Masciangelo e lo avrebbe preso a pugni. «Bugie. Io avevo parcheggiato vicino alla pizzeria e lui mi è venuto dietro», dice De Rosa, «è sceso barcollante dal furgone e ha cominciato ad offendere anche la mia compagna. Poi è caduto da solo a terra e ha battuto forte la testa. L’ho soccorso con un altro signore, che ha testimoniato per mia fortuna. Appena abbiamo detto che avremmo chiamato l’ambulanza è risalito in macchina e se ne è andato. Mai avrei immaginato che due giorni dopo mi andasse a denunciare. Fai del bene e ti ritrovi in mezzo ai guai».

Ora il legale procederà per calunnia e simulazione di reato verso l’anziano. «Vorrei riprendere a vivere, ma quei giorni di carcere, che per me sono stati 100, non me li ridarà nessuno».

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