Lanciano, polemica all'ospedale RenzettiPieni i reparti di geriatria e riabilitazione
Ospedale, anziani dimessi in anticipo. Innaurato: è il risultato della chiusura di Casoli
LANCIANO. Tutti pieni i letti nel reparto di geriatria e di riabilitazione dell'ospedale. La situazione nella struttura che deve sopperire alla richiesta anche dei paesi dell'interno, dopo la chiusura dell'ospedale di Casoli, è insostenibile. Le richieste di ricovero aumentano e i letti non bastano: i pazienti vengono dirottati in altri reparti, che sono a loro volta pieni, o trasferiti in altri presidi o rimandati a casa con qualche giorno di anticipo. L'ultimo caso ha avuto per protagonista un'anziana di Gessopalena: doveva essere dimessa lunedì, ma per mancanza di posti letto in geriatria è stata dimessa sabato.
E' successo a G.E., 88 anni, non autosufficiente: sabato pomeriggio è tornata a casa con l'ambulanza messa a disposizione dalla Comunità montana. «Quello che è accaduto alla mia concittadina è la sintesi di tutti i disastri della sanità locale», commenta furente il sindaco di Gessopalena, Antonio Innaurato. «Questa donna ricoverata sabato dell'altra settimana per uno scompenso cardiaco, è stata dimessa, con gli esami completati poche ore prima, in anticipo per far posto ad altre quattro anziane sistemate poi anche in altri reparti perché i posti letto in geriatria non bastano rispetto alla richieste. Come fa il Renzetti a sopperire alla chiusura della geriatria di Casoli che aveva 25 posti letto, con appena 8 posti in più?», chiede Innaurato che aggiunge: «e nell'atto aziendale si parla di ulteriori tagli».
Spesso i pazienti - e ancora non arriva l'influenza - sono appoggiati in altri reparti, una situazione che ha ricadute negative oltre che sui degenti, costretti a stare in stanze super affollate, anche sul personale medico costretto a spostarsi. «Che assistenza è questa?», chiede ancora il sindaco che riferisce di problemi anche per le operazioni programmate in chirurgia, sempre dopo la chiusura del Consalvi di Casoli in cui si effettuavano circa 900 interventi in day-surgery mentre ora il reparto è un deposito dei pannoloni.
A Lanciano le liste di attesa per gli interventi programmati è di 10 mesi e chi riesce ad operarsi spesso smaltisce i postumi in barella perché i posti letto non ci sono.
«L'anziana non solo è stata rimandata a casa prima», riprende il sindaco, «ma è tornata sull'ambulanza della Comunità montana perché non c'erano mezzi a disposizione. Insomma ci si ricovera con un piede nel letto e l'altro già fuori, si fa riabilitazione nelle cliniche private, la rete dell'emergenza-urgenza nelle aree interne non c'è e il manager Francesco Zavattaro, sfiduciato, è riconfermato alla guida della Asl».
Innaurato chiede al manager quando attiverà la Rsa di Casoli, le postazioni 118 a Lama e Torricella Peligna, e di conoscere quali sono le unità complesse che resteranno nel nuovo ospedale Renzetti, se si farà, per evitare che i pazienti continuino a curasi fuori, dal privato, facendo salire i debiti della Regione.
E' successo a G.E., 88 anni, non autosufficiente: sabato pomeriggio è tornata a casa con l'ambulanza messa a disposizione dalla Comunità montana. «Quello che è accaduto alla mia concittadina è la sintesi di tutti i disastri della sanità locale», commenta furente il sindaco di Gessopalena, Antonio Innaurato. «Questa donna ricoverata sabato dell'altra settimana per uno scompenso cardiaco, è stata dimessa, con gli esami completati poche ore prima, in anticipo per far posto ad altre quattro anziane sistemate poi anche in altri reparti perché i posti letto in geriatria non bastano rispetto alla richieste. Come fa il Renzetti a sopperire alla chiusura della geriatria di Casoli che aveva 25 posti letto, con appena 8 posti in più?», chiede Innaurato che aggiunge: «e nell'atto aziendale si parla di ulteriori tagli».
Spesso i pazienti - e ancora non arriva l'influenza - sono appoggiati in altri reparti, una situazione che ha ricadute negative oltre che sui degenti, costretti a stare in stanze super affollate, anche sul personale medico costretto a spostarsi. «Che assistenza è questa?», chiede ancora il sindaco che riferisce di problemi anche per le operazioni programmate in chirurgia, sempre dopo la chiusura del Consalvi di Casoli in cui si effettuavano circa 900 interventi in day-surgery mentre ora il reparto è un deposito dei pannoloni.
A Lanciano le liste di attesa per gli interventi programmati è di 10 mesi e chi riesce ad operarsi spesso smaltisce i postumi in barella perché i posti letto non ci sono.
«L'anziana non solo è stata rimandata a casa prima», riprende il sindaco, «ma è tornata sull'ambulanza della Comunità montana perché non c'erano mezzi a disposizione. Insomma ci si ricovera con un piede nel letto e l'altro già fuori, si fa riabilitazione nelle cliniche private, la rete dell'emergenza-urgenza nelle aree interne non c'è e il manager Francesco Zavattaro, sfiduciato, è riconfermato alla guida della Asl».
Innaurato chiede al manager quando attiverà la Rsa di Casoli, le postazioni 118 a Lama e Torricella Peligna, e di conoscere quali sono le unità complesse che resteranno nel nuovo ospedale Renzetti, se si farà, per evitare che i pazienti continuino a curasi fuori, dal privato, facendo salire i debiti della Regione.
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