Lanciano, via libera del Comune alla Biogas

La centrale autorizzata dalla Regione si farà. Insorgono gli ambientalisti

LANCIANO. Via libera da parte del Comune alla centrale a biogas di Villa Pasquini. Martedì scorso, la giunta Pupillo ha incontrato sia i proprietari dell'impianto sia i residenti delle contrade interessate che sono stati tranquillizzati sulla sicurezza dell'impianto dal punto di vista ambientale e sanitario. Il Comune, che non può opporsi all'autorizzazione regionale, monitorerà l'aria.

Ma l'associazione Nuovo Senso Civico promette battaglia. «La centrale a biogas di Villa Pasquini non è un termovalorizzatore». E' questo il primo punto fermo che vuole ribadire l'assessore all'ambiente Evandro Tascione (Lanciano nel cuore). Martedì scorso, la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Mario Pupillo, ha incontrato, assieme a un nutrito numero di assessori e consiglieri, i proprietari della centrale in costruzione nella contrada a pochi chilometri dalla città e dalla Val di Sangro. Impianto che sarà molto probabilmente attivo già dalla prossima primavera. Ciò che è emerso, da parte dei responsabili dell'Ata Energia srl, che riunisce i vecchi proprietari terrieri dell'ex azienda tabacchi, è che si tratta di un impianto a «fermentazione anaerobica» e non «a combustione» come quello, ad esempio, realizzato a Treglio, che produce energia bruciando sansa disoleata e materiale legnoso di scarto.

«Non viene bruciato cippato e non vengono rilasciate particelle di combustili fossili o di particolato», precisa Tascione, «si tratta di un tipo di energia alternativa, che può essere considerata pulita. Il compost prodotto è assimilabile al letame e può essere considerato un concime biologico».

«L'autorizzazione risale al 2009», sottolinea Pupillo, «e i fondi utilizzati sono quelli previsti da una normativa europea. Questo non significa che il Comune avalla la decisione regionale a occhi chiusi: l'impianto verrà costantemente monitorato».

Ma le reazioni sono vibranti. «Il sindaco Pupillo deve dimettersi» tuona Alessandro Lanci, presidente dell'associazione Nuovo Senso Civico, che per prima ha sollevato il caso della qualità dell'aria e della presenza insalubre di un impianto del tipo a biomasse. «Da oggi comincerà la nostra battaglia capillare sul territorio» promette Lanci «perché l'amministrazione Pupillo non può più nascondersi dietro a un dito: come mai si sono lasciati convincere dalla proprietà e non dal parere di scienziati, medici ed esperti? Come mai non siamo stati invitati al confronto? Questo tipo di impianto» prosegue il presidente di Nsc «è classificato come industria insalubre di prima classe: evidentemente non è così salutare e innocuo come si vuol far credere. Inoltre mi chiedo come mai, su una produzione di 400 ettari di tabacco e vegetali necessaria per alimentare una centrale da un megawatt, non esista alcun contratto con i contadini locali».

Sulla questione interviene anche l'ex consigliere comunale del Pdl, Flavio Pasquini, il quale aveva osteggiato la realizzazione dell'impianto. «Il timore che la centrale possa essere usata per bruciare rifiuti è concreto» osserva «anche alla luce della scarsità di vita residua della discarica di Cerratina. Chiedo all'amministrazione se esista una minima possibilità per i residenti di accedere al teleriscaldamento e sfruttare in modo economico l'impianto. Ricordo che nella zona, contrade come Serre, Colle Campitelli, Villa Pasquini, Camice e località piccola Sicilia, sono sprovviste di metanizzazione e la produzione di gas potrebbe essere utilizzata come forma di ristoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA