Lapenna al lavoro sulla terza giunta
Il sindaco alle prese con il rebus alleanze. Forte insiste per le primarie Pd
VASTO. Trovare la quadratura del cerchio ricompattando il Partito democratico e la coalizione di centrosinistra. E' l'impresa in cui si stanno cimentando in queste ore i tre commissari nominati dalla segreteria regionale del partito, che hanno a disposizione due giorni (a decorrere da ieri) per trovare la sintesi politica e decidere chi sarà, tra i due contendenti, il candidato sindaco.
La partita è tra il primo cittadino uscente, Luciano Lapenna, e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte che, nonostante la triade commissariale stia lavorando a una soluzione politica, ha avviato una raccolta di firme per l'indizione di nuove primarie, visto che le precedenti sono state annullate per alcune irregolarità. E' il segno che Forte resta sulle sue posizioni, come ha ribadito ai vertici nazionali del partito durante il vertice romano di mercoledì.
Insomma non sarà facile per il commissario straordinario Camillo Di Giuseppe e i due sub commissari, Giovanni Legnini e Camillo D'Alessandro trovare una sintesi. La loro è una di quelle missioni che definire difficile è quasi un eufemismo. Sia che la scelta ricada su Lapenna o su Forte non si riuscirà a raggiungere l'unità del partito e della coalizione.
La mappa delle alleanze è chiara: Sel e Rifondazione comunista appoggiano il sindaco uscente, sul quale non convergono, invece, l'Italia dei valori e il Partito socialista che darebbero, invece, il loro sostegno a Forte. A questo punto l'unica via d'uscita è rappresentata dalle "offerte politiche": uno dei due per farsi da parte avrà in cambio una adeguata contropartita. Le prossime ore sono decisive, visto che entro domani il nodo va sciolto.
Nel frattempo Lapenna è alle prese con il varo della nuova giunta dopo aver azzerato, con le dimissioni rassegnate e ritirate dopo nove giorni, la precedente. «Ho chiesto indicazioni ai quattro partiti della coalizione», si limita a dire Lapenna. Anche in questo caso ci sono delle incognite. Come la presenza nel futuro esecutivo di Domenico Molino, che ritirò la sua candidatura alle primarie contestualmente alla presentazione di quella di Forte. O di un rappresentante dell'Italia dei valori, partito che, per bocca di alcuni esponenti, ha già manifestato la propria indisponibilità a tornare in giunta. Sembrano invece scontate le riconferme di Vincenzo Sputore (Pd), Anna Suriani (Sel) e di Marco Marra (Prc), anche se quest'ultimo mette qualche puntino sulle i. «Pensare a una giunta fotocopia, con le stesse persone che hanno creato problemi, mi sembra una ipotesi poco praticabile», sottolinea l'ex assessore alle politiche sociali.
La partita è tra il primo cittadino uscente, Luciano Lapenna, e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Forte che, nonostante la triade commissariale stia lavorando a una soluzione politica, ha avviato una raccolta di firme per l'indizione di nuove primarie, visto che le precedenti sono state annullate per alcune irregolarità. E' il segno che Forte resta sulle sue posizioni, come ha ribadito ai vertici nazionali del partito durante il vertice romano di mercoledì.
Insomma non sarà facile per il commissario straordinario Camillo Di Giuseppe e i due sub commissari, Giovanni Legnini e Camillo D'Alessandro trovare una sintesi. La loro è una di quelle missioni che definire difficile è quasi un eufemismo. Sia che la scelta ricada su Lapenna o su Forte non si riuscirà a raggiungere l'unità del partito e della coalizione.
La mappa delle alleanze è chiara: Sel e Rifondazione comunista appoggiano il sindaco uscente, sul quale non convergono, invece, l'Italia dei valori e il Partito socialista che darebbero, invece, il loro sostegno a Forte. A questo punto l'unica via d'uscita è rappresentata dalle "offerte politiche": uno dei due per farsi da parte avrà in cambio una adeguata contropartita. Le prossime ore sono decisive, visto che entro domani il nodo va sciolto.
Nel frattempo Lapenna è alle prese con il varo della nuova giunta dopo aver azzerato, con le dimissioni rassegnate e ritirate dopo nove giorni, la precedente. «Ho chiesto indicazioni ai quattro partiti della coalizione», si limita a dire Lapenna. Anche in questo caso ci sono delle incognite. Come la presenza nel futuro esecutivo di Domenico Molino, che ritirò la sua candidatura alle primarie contestualmente alla presentazione di quella di Forte. O di un rappresentante dell'Italia dei valori, partito che, per bocca di alcuni esponenti, ha già manifestato la propria indisponibilità a tornare in giunta. Sembrano invece scontate le riconferme di Vincenzo Sputore (Pd), Anna Suriani (Sel) e di Marco Marra (Prc), anche se quest'ultimo mette qualche puntino sulle i. «Pensare a una giunta fotocopia, con le stesse persone che hanno creato problemi, mi sembra una ipotesi poco praticabile», sottolinea l'ex assessore alle politiche sociali.
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