Lasciò l’amico agonizzante Sfirri in carcere
Si aprono le porte del carcere per Vincenzo Sfirri, 33 anni, condannato per la morte dell’amico Angelo Marcucci, 26 anni, avvenuta nel gennaio 2009 in un incidente stradale. Ieri pomeriggio i...
Si aprono le porte del carcere per Vincenzo Sfirri, 33 anni, condannato per la morte dell’amico Angelo Marcucci, 26 anni, avvenuta nel gennaio 2009 in un incidente stradale. Ieri pomeriggio i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Atessa lo hanno arrestato in esecuzione dell’ordinanza di carcerazione. Sfirri deve scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio colposo, condanna diventata definitiva. La morte del giovane barista scosse particolarmente Atessa, anche per via del colpo di scena dopo due giorni dal delitto. La mattina dell’incidente Marcucci, la vittima, era sulla sua auto con Sfirri. Questi raccontò che a colpire il barista con una spranga di ferro dopo un lite scoppiata verso le 2 nel bar di Marcucci, era stato un giovane operaio di Montazzoli, che rimase in carcere due giorni. Sfirri quindi crollò e confessò: era lui alla guida della Fiat 500 di Marcucci, di ritorno da una notte trascorsa in discoteca a Lanciano, quando il barista si sporse dal finestrino e colpì con la testa un albero ai margini della strada. Spaventato, Sfirri lasciò l’amico agonizzante sotto casa, dove alle 7,40 la madre lo trovò senza vita. Condannato, nell’aprile 2010, in primo grado, con rito abbreviato, a 10 anni, in appello la pena è stata ridotta di due terzi.