«Le lauree irregolari saranno annullate»
L’annuncio del direttore Napoleone dopo i falsi diplomi scoperti dalla finanza
CHIETI. «Sono senz’altro gli aspetti negativi del nuovo assetto formativo dell’università, ma non siamo l’unico ateneo, come ha sostenuto qualcuno, ad essere oggetto di questi imbrogli, e negare le autocertificazioni o pretendere i diplomi originali all’atto dell’iscrizione, come si faceva ai miei tempi, significherebbe non essere democratici». Il direttore generale della D’Annunzio, Marco Napoleone, commenta l’ultima inchiesta della Finanza sui 300 studenti provenienti da tutta Italia che con i diplomi falsi in massofisioterapia sono riusciti ad iscriversi, e la maggior parte si è laureata, al corso triennale, della facoltà di Medicina, in Fisioterapia.
Come può la segreteria dell’università non essersi accorta che 300 studenti hanno presentato diplomi falsi?
«Le autocertificazioni di maturità, come quelle sul reddito, sono consentite dalla legge, anche se sono soggette a verifiche che prima l’ateneo faceva a campione. Alla luce di quanto sta succedendo, gli accertamenti sulla veridicità degli atti ora sono più serrati. Eppoi siamo stati noi ad accorgerci delle anomalie».
Come?
«Due studenti che volevano iscriversi a Scienze sociali sono stati ammessi con riserva in quanto la segreteria si era insospettita sulla regolarità dei diplomi. Infatti dopo una verifica, le iscrizioni alla facoltà sono state respinte perché gli atti non risultarono conformi. Uno di loro di fronte al fatto di non essere stato ammesso, è andato in escandescenze e dalla segreteria mi hanno chiamato per sapere cosa si dovesse fare. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine e da quel momento sono state avviate le indagini. Ma non credevo che gli studenti con i diplomi falsi fossero così numerosi».
Prima i mille poliziotti a Scienze sociali, poi 4-500 lavoratori-pendolari che ogni sabato a Scienze manageriali sostengono esami, ora 300 falsi diplomi per accedere a Fisioterapia. Iscritti, «irregolari», ma tanti. L’università ne trae vantaggio?
«No. Questi studenti per noi sono studenti in perdita. Questo tipo di iscritto paga 750 euro di tasse all’anno e noi per lui ne spendiamo 4mila. Dov’è il lucro? Per uno studente neodiplomato, che paga le stesse tasse, lo Stato dà all’università 3mila euro. Se noi avessimo solo studenti ricovertibili o riconvertiti, l’università fallirebbe».
Direttore, tornando a Fisioterapia, ci sono studenti che sono comunque riusciti a laurearsi. Come hanno fatto?
«Mah... difficile rispondere. Certamente stiamo parlando di una laurea triennale che non dà accesso all’esame di abilitazione alla professione».
Ma hanno comunque le carte per accedere alla laurea specialistica.
«Quando la magistratura ci porterà a conoscenza dell’esito delle indagini, allora, immediatamente l’università si attiverà per annullare le lauree che non avevano i presupposti giuridici per essere conferite. Peraltro noi non siamo legittimati a entrare negli ordini professionali e a meno che non lo faccia il magistrato, come credo che accadrà, dovremo chiedere aiuto ancora alla Finanza per verificare la posizione degli abilitati».
Insomma cosa risponde a chi dice che alla D’Annunzio ci si laurea con facilità?
«Direi che non è vero. Non siamo l’unica università coinvolta. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare la Finanza per il prezioso lavoro svolto in tutte le università d’Italia».
Come può la segreteria dell’università non essersi accorta che 300 studenti hanno presentato diplomi falsi?
«Le autocertificazioni di maturità, come quelle sul reddito, sono consentite dalla legge, anche se sono soggette a verifiche che prima l’ateneo faceva a campione. Alla luce di quanto sta succedendo, gli accertamenti sulla veridicità degli atti ora sono più serrati. Eppoi siamo stati noi ad accorgerci delle anomalie».
Come?
«Due studenti che volevano iscriversi a Scienze sociali sono stati ammessi con riserva in quanto la segreteria si era insospettita sulla regolarità dei diplomi. Infatti dopo una verifica, le iscrizioni alla facoltà sono state respinte perché gli atti non risultarono conformi. Uno di loro di fronte al fatto di non essere stato ammesso, è andato in escandescenze e dalla segreteria mi hanno chiamato per sapere cosa si dovesse fare. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine e da quel momento sono state avviate le indagini. Ma non credevo che gli studenti con i diplomi falsi fossero così numerosi».
Prima i mille poliziotti a Scienze sociali, poi 4-500 lavoratori-pendolari che ogni sabato a Scienze manageriali sostengono esami, ora 300 falsi diplomi per accedere a Fisioterapia. Iscritti, «irregolari», ma tanti. L’università ne trae vantaggio?
«No. Questi studenti per noi sono studenti in perdita. Questo tipo di iscritto paga 750 euro di tasse all’anno e noi per lui ne spendiamo 4mila. Dov’è il lucro? Per uno studente neodiplomato, che paga le stesse tasse, lo Stato dà all’università 3mila euro. Se noi avessimo solo studenti ricovertibili o riconvertiti, l’università fallirebbe».
Direttore, tornando a Fisioterapia, ci sono studenti che sono comunque riusciti a laurearsi. Come hanno fatto?
«Mah... difficile rispondere. Certamente stiamo parlando di una laurea triennale che non dà accesso all’esame di abilitazione alla professione».
Ma hanno comunque le carte per accedere alla laurea specialistica.
«Quando la magistratura ci porterà a conoscenza dell’esito delle indagini, allora, immediatamente l’università si attiverà per annullare le lauree che non avevano i presupposti giuridici per essere conferite. Peraltro noi non siamo legittimati a entrare negli ordini professionali e a meno che non lo faccia il magistrato, come credo che accadrà, dovremo chiedere aiuto ancora alla Finanza per verificare la posizione degli abilitati».
Insomma cosa risponde a chi dice che alla D’Annunzio ci si laurea con facilità?
«Direi che non è vero. Non siamo l’unica università coinvolta. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare la Finanza per il prezioso lavoro svolto in tutte le università d’Italia».