Le vendette del clan Cozzolino

Droga dalla camorra. Oggi l’interrogatorio della cugina Giovanna: fornì assistenza dopo un attentato

VASTO. Fuoco, vendette trasversali, agguati e ferimenti. Quello raccontato da Lorenzo Cozzolino, il collaboratore di giustizia dell’“Operazione Adriatico” è uno spaccato drammatico e cruento. Spesso è lui il protagonista. Altre volte la moglie, Italia Belsole e la figlia Giovanna. E poi c’è Lorenza Cozzolino, la cugina, che avrebbe protetto le altre due mettendo a loro disposizione un appartamento. La donna è agli arresti domiciliari. Due, secondo il racconto del collaboratore di giustizia, gli agguati compiuti a Vasto da Italia Belsole e Giovanna Cozzolino coperti dalla complicità di Lorenza Cozzolino: uno, l’8 giugno 2008, contro Ferdinando Bevilacqua, l’altro il 13 luglio contro Carmine Bevilacqua.

«Cozzolino ha raccontato di avere inviato il 13 luglio 2008 la moglie e la figlia sul luogo dell’attentato. La Belsole guidava, Giovanna Cozzolino ha esploso tre colpi di pistola calibro 7,65 contro Bevilacqua. Prima dell’attentato Lorenza Cozzolino forniva supporto logistico alle due mettendo a disposizione un appartamento a Vasto al fine di consentire loro di travisarsi con abiti maschili e nascondere le armi», si legge al punto 56 dell’ordinanza della Procura aquilana.

Oggi Lorenza Cozzolino, un tassello importante dell’inchiesta “Adriatico”, sarà interrogata dal gip. Ad assistere la donna è l’avvocato Alessandro Orlando. «La mia cliente risponderà compiutamente alle domande del magistrato smentendo le accuse e affermando la propria estraneità alla vicenda», anticipa l’avvocato Orlando. Sempre oggi saranno ascoltati anche Giuseppe Di Donato e Joseph Martella, entrambi ai domiciliari, quest’ultimo difeso dall’avvocato Massimiliano Baccalà. «Le accuse di Cozzolino contro Martella si riferiscono a fatti avvenuti nel 2004. Il mio cliente ha già pagato con l’arresto quei fatti. In primo grado è stato condannato a 6 anni e sei mesi ma è in corso l’appello», dice Baccalà.

Anche Joseph Martella , 54 anni, di Strasburgo, finì nei guai oltre che per spaccio anche per tentato omicidio. Il 2 dicembre 2004 scattarono le manette per undici persone nel Vastese, nel Lazio e in Campania. L’operazione partì da un agguato: il ferimento di M.Z., uno studente allora ventiduenne raggiunto di striscio da due colpi di arma da fuoco. Il giovane “punito” per un debito di 150 euro, all’epoca finse di non conoscere la persona che gli aveva sparato. Non riuscì però a convincere i carabinieri. L’operazione portò al sequestro di 11 chili di cocaina e hascisc, una pistola calibro 7,65, una mitraglietta da guerra Uzi di fabbricazione israeliana e un piccolo deposito di munizioni oltre a 50 mila euro in contanti. «Il mio cliente è stato nuovamente tirato in ballo per una storia vecchia», insiste l'avvocato Baccalà.

Domani a Trani sarà ascoltato Carlo Leone. Anche lui difeso dall’avvocato Alessandro Orlando: insieme ad altre 53 persone avrebbe fatto parte del sodalizio. «È falso. Cozzolino racconta fatti che risalgono al 2003. Assurdo», dice l’avvocato. Anche il collega Nicola Chieffo contesta le accuse del suo assistito, Enrico Tumini. «È incensurato e completamente estraneo alle accuse», assicura.

Paola Calvano

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