VASTO
Lesioni e resistenza, commerciante denunciato: è bufera sui social e sugli agenti
La polizia tira fuori la pistola Taser e viene ripresa con un video: l'agente ricoperto da insulti e improperi su Fb querela chi secondo lui diffama: "Quel filmato è parziale". Gli avvocati del negoziante: "E' abuso di potere". Sollecitata l'indagine su quanto avvenuto
VASTO. Nasce il caso attorno a quanto successo ieri mattina in via Crispi, dopo la pubblicazione di un video diventato virale sui social.
Partiamo dalla fine: Un commerciante è stato denunciato dalla polizia per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. L'uomo era intervenuto in difesa di un'automobilista multata a sua volta per divieto di sosta. La polizia ha chiesto i documenti al negoziante, la discussione con gli agenti è degenerata in strada attirando l'attenzione di molti passanti. Alcuni di essi hanno ripreso la scena e postato il video. Ma il filmato, secondo gli avvocati interessati poi dalla vicenda, è parziale, non avrebbe ripreso la parte iniziale in cui il commeciante avrebbe colpito a pugni l'auto della polizia. E al culmine della discussione uno degli agenti ha estratto il Taser (la pistola che dà le scosse elettriche) e fatto inginocchiare e quindi sdraiare sull'asfalto il negoziante. Quest'ultimo passaggio è stato ripreso da un testimone che ha diffuso la sequenza sui social suscitando molti commenti.
In particolare nei sette minuti di filmato si sente il poliziotto che dice al commerciante «forse non hai capito, ti sto per denunciare e vieni con me in ufficio». «Ma tu lo hai capito che io sto lavorando?», risponde l'uomo. Quando gli agenti provano a prendere l'esercente per portarlo via, interviene la moglie del negoziante e, a quel punto, scoppia il caos. Uno dei due poliziotti estrae il taser e afferma ad alta voce: «Ti devi mettere giù, ti sparo col taser». La donna cade a terra urlando, i presenti continuano a filmare la scena e un uomo contatta i carabinieri, richiedendo un intervento immediato. Alla fine il commerciante viene buttato a terra, ammanettato e portato via, non senza fatica.
Subito dopo il commerciante si è rivolto agli avvocati Arnaldo Tascione e Incornata Rizzi ritenendo di essere stato attaccato ingiustamente (abuso di potere). L'agente, ricoperto da insulti e improperi sui social, ha deciso a sua volta di querelare chi lo diffama pubblicamente. «È assurdo che sia stata diffusa solo parte della discussione in cui l'agente ricorre al Taser», dice l'avvocato Fiorenzo Cieri, difensore del poliziotto, «è gravissimo che un agente sia stato diffamato da persone che neppure conoscono i fatti. Il mio assistito ha fatto ciò che la legge prevede». (p.c.)
Uno dei due poliziotti - un molisano in servizio a Vasto - è a processo per aver sparato, nel 2019, a Petacciato, contro un'auto, credendo, al termine di un inseguimento, che si trattasse del veicolo usato da una gruppo di rapinatori.
SOLLECITATA L'INDAGINE. L'associazione antimafia e contro tutte le illegalità "Antonino Caponnetto" chiede l'indagine a carico dei due poliziotti in servizio nel commissariato di Vasto protagonisti dell'intervento davanti una pescheria della città. In particolare uno dei due agenti, residente in Basso Molise, ha afferrato il Taser puntandolo contro un venditore ittico vastese a cui erano stati chiesti invano i documenti. «Sia la questura di Chieti che il ministero dell'Interno dovranno a loro volta aprire un'inchiesta per analizzare l'operato di questi due poliziotti. Quindi ci riserviamo la facoltà di una costituzione di parte civile se vi sarà un seguito giudiziario sulla vicenda tramite il legale del Comitato, Roberto D'Aloisio» fanno sapere dall'associazione tramite l'agenzia giornalistica Ansa. «Non possiamo esimerci dall'intervenire su questo brutto e scabroso episodio ricordando - aggiungono in una nota - che la storia e il prestigio della polizia di Stato, con cui ci onoriamo di collaborare da sempre, non può essere offuscato da un singolo episodio seppur grave. Certamente chi ha sbagliato ne risponderà personalmente davanti all'autorità giudiziaria che, su questa vicenda, farà piena luce». La Caponnetto evidenzia: «La minaccia che si sarebbe verificata dall'uso di un'arma come il Taser nei confronti di una inerme signora. Questo non è accettabile come non è accettabile l'inusitata violenza sull'altra vittima il pescivendolo».
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