Licenziati ex Golden Lady Argirò: azione risarcitoria

Gissi, il consigliere regionale Pdl chiede di accertare chi ha fatto fallire l’accordo sulla riconversione del calzificio e dove sono finiti i 2 milioni per i dipendenti

GISSI. I lavoratori lo chiamano “Golden bluff”. Senza lavoro per la seconda volta in un anno, ieri mattina hanno ricevuto in fabbrica anche la visita dei carabinieri. Da giorni, infatti, gli operai vigilano sullo stabilimento impedendo di fatto alla Silda Invest di smontare gli impianti per trasferirli altrove. «È una situazione tristissima che questi lavoratori non meritavano», afferma amaramente Giuseppe Rucci (Filtcem-Cgil). Lo pensa anche il consigliere regionale Nicola Argirò (Pdl) che ha deciso di avviare una class action per accertare chi è responsabile del fallimento dell’accordo, appurare dove sono finiti i 2 milioni e mezzo di euro destinati ai lavoratori e fare in modo che quei soldi arrivino ai destinatari.

«Golden Lady avrebbe dovuto versare alla Silda Invest 10.800 euro per ogni lavoratore riassunto al posto della somma di fine rapporto. Ha versato i soldi? E se li ha versati perché i lavoratori aspettano ancora lo stipendio di maggio?», chiede Argirò. E non è questo l’unico quesito da chiarire. «È necessario verificare se tutti i protagonisti della riconversione hanno fatto il loro dovere rispettando gli accordi. Chi non si è comportato correttamente e chi è responsabile del mancato pagamento dei lavoratori oltre che del fallimento della riconversione dovrà risarcire le maestranze», dichiara Argirò.

Al suo fianco c’è il sindaco di Gissi, Nicola Marisi. «Basta passerelle e annunci. È arrivato il momento di fare chiarezza. La Val Sinello è stufa di essere trattata in questo modo. Io sono stufo», tuona Marisi.

Il verbale di accordo fra Golden Lady , Silda Invest e New Trade firmato a maggio 2102 fu seguito passo passo da Giampiero Castano, capo della task force sulle crisi aziendali del ministero dello Sviluppo economico. Castano e la Wollo, società di consulenza e recruiting, individuarono nella Silda e nella New Trade le aziende ideali per la riconversione. La fabbrica di calze fu divisa in tre: una parte destinata alla produzione di scarpe per marchi famosi, un’altra per la fattura di abiti con materiale riciclato, la terza in un outlet della stessa Golden Lady.

La Regione annunciò incentivi per l’acquisto dei macchinari. I lavoratori avrebbero dovuto essere riqualificati con corsi on the job. La Golden Lady avrebbe dovuto versare 2,5 milioni di euro, pari sostanzialmente agli incentivi regionali per le assunzioni, la New Trade non avrebbe pagato l’affitto per 7 anni in cambio di 115 assunzioni. La realtà dimostra che le cose sono andate in maniera diversa. (p.c.)

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