«Mancano sedie e banchi» Ora gli studenti scioperano 

Anche oggi i ragazzi sono intenzionati a disertare le aule: «Sono a pezzi» L’idea è organizzare un corteo di protesta insieme agli alunni dello scientifico

CHIETI. Vetri rotti alle finestre, porte antipanico che non si aprono, sedie e banchi mancanti, lavagne elettroniche sparite, niente cestini dei rifiuti e pezzi di intonaco e di controsoffittature che cadono. Sono le condizioni in cui gli studenti dell’istituto superiore Luigi di Savoia hanno trovano una della quattro sedi a loro destinate, quella del Seminario regionale. E così ieri è scattato lo sciopero della scuola più grande della città, 1.350 iscritti, la cui sede principale in via D'Aragona è sottoposta a un poderoso lavoro di ristrutturazione. Il maxi cantiere ha sfrattato studenti e docenti, suddivisi tra la sede centrale, quella dell'istituto De Sterlich allo Scalo, la vecchia sede del Masci in via Vernia e il Seminario regionale che da anni soffre di mancanza di manutenzione. Nel giorno dello sciopero la consigliera provinciale delegata all’edilizia scolastica Silvia Di Pasquale ha effettuato un sopralluogo in tutte le sedi del Savoia e ha assicurato che la Provincia si darà da fare per quanto è possibile, pur bollando senza mezzi termini come “strumentale” la protesta degli studenti. Protesta destinata a continuare anche oggi e poi a culminare in un corteo insieme agli studenti del liceo scientifico Filippo Masci.
SCUOLA A PEZZI
Che il Seminario regionale fosse in pessimo stato non è una novità. L’anno scorso gli studenti del Masci, che occupavano quelle aule, hanno fatto più di una protesta per chiedere di risistemare la scuola. Quest’anno è toccato ai ragazzi del Savoia che ieri hanno deciso in massa di non entrare nelle aule di tutte e quattro le sedi. «Le condizioni strutturali in cui si trovano le aule del Seminario regionale sono disastrose», dicono gli studenti del Savoia Francesco Siciliano e Francesco Mincone, «abbiamo trovato aule senza banchi e senza sedie e anche senza lavagna. Non c’erano neanche i cestini dei rifiuti e siamo stati costretti a buttare le carte sul pavimento». Se la sede messa peggio è quella del Seminario regionale, i problemi, dicono i ragazzi, si trovano in tutte le diverse sedi, a partire da quella centrale che deve fare i conti con la convivenza con il cantiere della ristrutturazione.
CORTEO INSIEME AL MASCI
I tre rappresentanti di istituto Ernesto Agostinelli, Alice Caramanico e Ascanio D’Amicodatri stanno organizzando un corteo di protesta, nel frattempo oggi continua lo sciopero. La protesta si terrà insieme agli studenti del Masci che hanno dovuto posticipare di una settimana il rientro a scuola, nella nuova sede costruita nell’ex caserma Berardi, perché non sono ancora arrivate le ultime certificazioni per entrare nello stabile.
IL SOPRALLUOGO
La consigliera Di Pasquale ha tenuto ieri mattina un sopralluogo con i tecnici della Provincia in tutte le sedi del Savoia. «A mio avviso si tratta di una protesta strumentale», ha detto la consigliera, «io comunque ho preso nota delle cose che non vanno. Come Provincia mi attiverò nell’ambito delle nostre competenze: risistemeremo il vetro rotto, apriremo la porta antipanico chiusa a chiave, rimetteremo in funzione il bagno otturato e tutto quanto può essere di nostra competenza. Ciò detto, è vero che ci sono problemi, ma bisogna ricordare che si tratta di un trasloco avvenuto in pochissimo tempo effettuato in maniera a dir poco difficoltosa, con i problemi contemporanei del Masci e l’anticipo della riapertura della scuola da parte del Savoia. Per questo, ben sapendo che si tratta di una situazione temporanea dovuta ai lavori del cantiere, abbiamo chiesto a tutti comprensione e spirito di adattamento. Purtroppo questi sono i locali che abbiamo, non c’è alternativa. Fra due anni avremo una scuola nuova».
©RIPRODUZIONE RISERVATA