dopo il ricorso presentato da una residente 

Maxi cantiere dell’Itis  Il Tar ordina verifiche

CHIETI. Una serie di verifiche al fine di essere certi che il maxi-cantiere all’istituto superiore Luigi di Savoia (Itis) non metta a rischio la salute dei residenti, l’integrità ambientale e la...

CHIETI. Una serie di verifiche al fine di essere certi che il maxi-cantiere all’istituto superiore Luigi di Savoia (Itis) non metta a rischio la salute dei residenti, l’integrità ambientale e la salubrità dell’ambiente. È quanto ordina il Tar a seguito del ricorso presentato da una residente che rischia di bloccare la maxi opera da 11 milioni di euro, finanziata grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La residente, che abita a pochi metri dalla scuola, sottopone al vaglio dei giudici il rischio-sicurezza già sollevato dagli studenti, a loro volta costretti a una convivenza forzata con le attività di demolizione e ricostruzione della parte centrale della scuola di via D’Aragona. Le operazioni di demolizione sono iniziate a ottobre e dovrebbero terminare entro l’anno. Poi verrà avviata la ricostruzione. Sempre che il cantiere non si blocchi. Essendo un’opera finanziata dal Pnrr, la tempistica è rigida, pena la perdita del finanziamento. La serie di verifiche ordinata dai giudici dovrà essere portata a termine dal direttore tecnico dell'Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) o da funzionari da lui individuati. Entro 30 giorni dovranno emettere una «relazione di verificazione, redatta con chiarezza e sinteticità», sottolineano i giudici. Lo scopo delle verifiche ordinate è quello di «accertare e illustrare, anche previo sopralluogo, alla luce e nei limiti dei motivi di ricorso, se il progetto esecutivo approvato è adeguato e sufficiente a garantire l’individuazione puntuale delle possibili criticità legate all’impatto nell’area di cantiere e alle emissioni di inquinanti sull’ambiente circostante e se l’amministrazione appaltante ha predisposto e attuato i necessari controlli di verifica in corso d’opera, assicurando sia nella fase amministrativa di progettazione sia in quella di controllo, il rispetto della normativa in materia ambientale». I giudici Paolo Passoni (presidente), Massimiliano Balloriani e Giovanni Giardino hanno fissato un’ulteriore udienza il prossimo 7 febbraio.
La ricorrente, assistita dagli avvocati Sergio Della Rocca e Marina D’Orsogna, ha chiesto l’annullamento della determina dirigenziale della Provincia che ha dato il via ai lavori e tutti gli atti successivi, chiedendo anche «la condanna della Provincia ad adottare adeguate misure mitigative di carattere ambientale delle immissioni dannose (barriere visive, acustiche, polveri) riconducibili al progetto e per tutta la durata delle lavorazioni, anche attraverso una compensazione di carattere patrimoniale da quantificarsi in via equitativa». La Provincia ha fatto sentire le sue ragioni attraverso l'avvocato Massimo Tosti Guerra, mentre la ditta De Cesare, capofila dell’Ati che sta realizzando le opere, è rappresentata e difesa dall’avvocato Nino Paolantonio.