Maxi pignoramento alla Cantina Ortona
La famiglia Cirulli si rivolge ai giudici per vedere riconosciuto un credito di 800mila euro: il tribunale blocca i beni
ORTONA. Tanti problemi economici e un futuro incerto. Il 2019 è stato un anno difficile per Cantina Ortona, al centro delle preoccupazioni dell’intera comunità. I soci attendono la loro remunerazione, i creditori anche. Tra questi c’è la famiglia Cirulli, la quale vanta una somma particolarmente importante che si aggira sugli 800mila euro. Il fulcro di questa vicenda è rappresentata dalla carenza di iscritti che ha portato ad una diminuzione dei quantitativi di prodotto che la cantina può lavorare. Ecco perché, volendo far fronte a questa situazione, si è arrivati a trovare un accordo tra l’azienda cooperativa e la nota famiglia affinché quest’ultima conferisse la propria produzione alla cantina stessa pur non essendone socia.
Dunque si trattava di un fornitore a tutti gli effetti, che ha garantito il suo prodotto all’azienda e che, però, attende ancora ciò che gli spetta. Allo stato attuale c’è una procedura in corso che ha portato anche a dei pignoramenti in una situazione che è tutta in divenire. Il noto avvocato Massimo Cirulli – con ogni probabilità anche per ragioni di opportunità – non ha assunto personalmente la difesa della famiglia che invece è stata affidata all’avvocato Antonio Menna di Atessa. È stato emesso un decreto ingiuntivo contro il quale la cantina ha proposto opposizione. I beni sono stati pignorati ma il giudice dell’esecuzione ha comunque autorizzato a settembre la cantina stessa a usarli per poter vinificare. Una situazione dunque molto delicata che testimonia nuovamente le difficoltà di questa importante realtà per il comprensorio ortonese. Ricordiamo che lo scorso ottobre c’è stato un consiglio comunale straordinario sulla crisi di Cantina Ortona e che in seguito il sindaco Leo Castiglione ha chiesto un incontro al ministero dell’Agricoltura per approfondire la situazione e capire se ci sono degli strumenti utili a risollevare le sorti della cooperativa. Dalle parole di uno dei soci pronunciate durante quel consiglio comunale convocato ad hoc, si comprendeva tutto il loro sconforto: «Non è solo una difficoltà economica», diceva, «la situazione è particolarmente grave perché i soci si sono visti togliere man mano anche la dignità oltre che il corrispettivo delle proprie uve». All’ingresso della cantina, intanto, su un foglio strappato, nella giornata di ieri si poteva leggere che «oggi la vineria resterà chiusa». Non sappiamo effettivamente a quale giorno fosse riferito l’avviso che ci limitiamo a riportare nella sua parte ancora leggibile, essendo stata strappata quella in cui veniva precisato il motivo della chiusura.
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