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Maxi porto a San Vito: venti milioni in bilancio

L'ampliamento del molo con 350 posti barca e negozi è inserito tra i conti del Comune sotto la voce “contributi da istituzioni sociali”

SAN VITO. Rispunta nel bilancio di previsione 2016 il progetto del porto. L’opera faraonica da oltre 20 milioni di euro, voluta dall’amministrazione del sindaco Rocco Catenaro, è inserita nel bilancio -che si discute domani in consiglio comunale- tra le entrate in conto capitale, sotto la voce “contributi agli investimenti da istituzioni sociali private”. Insomma un contributo privato da 20.400.000, ovvero il costo dell’intera opera, considerata «strategica» dal primo cittadino, «invasiva e impattante sul territorio» dalle opposizioni. Come indicato nel bilancio, quindi, saranno i privati a sostenere i costi di un’opera che prevede l’ampliamento del molo attuale con uno nuovo collegato con una piastra esagonale, 350 posti barca, aree commerciali come bar, ristoranti, ritrovi, locali per attrezzature sportive e noleggi, attività legate alla cantieristica navale ma anche parcheggi, strade, piste ciclabili e pedonali.

Il progetto preliminare è costato 320mila euro alle casse comunali, ma sarà il privato poi a doversi occupare del progetto esecutivo e di quelli di recupero per sistemare il fronte mare. Chi realizzerà il porto non lo farà per mecenatismo, ma perché in cambio potrà gestire tutta la struttura, comprese le attività commerciali, per 50 anni. Stando al bilancio, insomma, il porto sarà l’opera più importante del 2016 e l’ultima dell’era Catenaro, visto che tornerà alle urne il prossimo anno e il sindaco ha svolto già due mandati. «Nel bilancio si possono indicare i progetti e le fonti di finanziamento che saranno solo private», spiega il primo cittadino, «il porto non avrà costi per il Comune. Per noi è un’opera importante per lo sviluppo economico e sociale del territorio, per far crescere il turismo. Siamo sicuri che verrà realizzato». Per farlo, però, bisogna indire una gara, e finora l’unico bando presentato per la progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione del porto turistico, è andato deserto. Risale al 20 agosto 2013 e da allora non è stato riproposto e sul porto si erano spenti i riflettori. Ora rispunta e con esso le preoccupazioni dell’opposizione.

«Continuiamo a considerare il porto, che viene di nuovo inserito nei conti anche in modo non chiaro, troppo grande, invasivo ed impattante sul territorio», dice il consigliere di opposizione Roberto Nardone, «non è fattibile e non ci sono neanche i soldi per indire il bando. Oltre al porto ci preoccupa il resort. Domani presenterò un’interrogazione al sindaco per sapere se la Pagliaroli Group sta pagando i tributi sui terreni, diventati edificabili dal 2011».

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