Mercato da abbattere diffida del Comune per avviare le opere
Nell’area saranno costruite palazzine con 72 alloggi ma c’è un braccio di ferro con il bar della struttura
VASTO. Deve essere abbattuto il mercato coperto di Vasto marina incluso nel programma di recupero urbano (Pru) per la realizzazione di 72 nuovi alloggi di edilizia residenziale e privata, ma i lavori non possono iniziare perché i locali sono occupati. C’è un braccio di ferro tra il Comune e la società che ha avuto in gestione il bar all’interno della struttura dietro i ritardi che stanno costellando l’avvio delle opere.
L’ente, che nonostante una serie di diffide non è ancora riuscito a rientrare in possesso dell’immobile, si è visto costretto a passare alle maniere forti. È di questi giorni l’ordinanza firmata dal dirigente del settore patrimonio, Alfonso Mercogliano, che concede sette giorni di tempo alla società che ha sottoscritto il contratto, decorsi i quali si provvederà all’esecuzione coattiva del provvedimento. Ha necessità di iniziare le opere l’amministrazione comunale che nei mesi scorsi ha chiesto al ministero delle Infrastrutture una proroga dei termini per l’avvio dell’intervento edilizio frutto di un accordo tra il Comune, il dicastero dei Lavori pubblici (che mette a disposizione uno stanziamento di un milione e 290 mila euro) e l’Ater Lanciano-Vasto. L'obiettivo è il recupero di una vasta area del tessuto urbano e ambientale in viale Dalmazia, nel cuore della Marina, la cui estensione è di 6.600 metri quadri.
Un progetto non nuovo per la verità se si considera che l’elaborato definitivo venne approvato nel maggio del 2005, sotto la gestione del centrodestra, con conseguente dichiarazione di “pubblica utilità, indifferibilità e urgenza delle opere”. Con una successiva delibera veniva dato il via libera al programma d’intervento che destina 20 dei 36 alloggi di edilizia pubblica al Comune e 16 all’Ater. Ma l’avvio delle opere, cofinanziate dall’ente con una somma pari a un milione e mezzo di euro, continua a subire rinvii.
Il braccio di ferro con la società di gestione va avanti già da diverso tempo. La prima diffida al rilascio dei locali risale al 2008, ma nonostante siano trascorsi altri quattro anni l’ente, che imputa alla ditta anche il mancato pagamento delle somme dovute, non è riuscito ancora a rientrare in possesso dell’immobile con conseguente slittamento dei lavori per l’attuazione del programma edilizio. Oltre all’abbattimento del mercato coperto e di diverse costruzioni vetuste e la realizzazione di 72 nuovi alloggi (di cui 36 di edilizia residenziale e 36 di edilizia privata), il programma di recupero urbano prevede una serie di infrastrutture (strade, parcheggi, verde pubblico) e attività collettive a servizio della cittadinanza.
Anna Bontempo
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