Montenero, due giovani morti nello schianto: «Colpa del guardrail»
Perizia scagiona il conducente dell’auto nella quale persero la vita Andrea Marinelli e Domenico Castignanò. La parola alla Procura
MONTENERO DI BISACCIA. Svolta nelle indagini sulla morte di Andrea Marinelli, 22 anni, e Domenico Castrignanò, 21. Gli accertamenti sono conclusi e la fase processuale comincerà a febbraio 2018. Sul banco degli imputati c’è solo Mattia Lammanda, il giovane che guidava l’auto sulla quale viaggiavano le due vittime. Una perizia di parte depositata alla Procura di Larino accusa della tragedia il guardrail.
L’incidente probatorio eseguito sul posto della tragedia ha accertato, infatt,i che quella notte il guardrail sollevò e trafisse la vettura. «Non era posizionato correttamente», afferma il perito Stefano Moretti che ha consegnato la sua tesi alla Procura di Larino. A riprova di ciò c'è il fatto che subito dopo l’incidente quel guardrail fu sostituito. La posizione dell’amico delle due vittime, che quella terribile notte era alla guida della Fiat Panda su cui viaggiavano i ragazzi, cambia completamente. Un ricco dossier fotografico allegato alla perizia dimostra che dopo l’incidente la cuspide arrotondata del guardrail rimase angolata in modo più accentuato verso il mare. «Un terminale diverso, come quello che c’è ora, non avrebbe sfondato la vettura dopo l’urto ma l’avrebbe fatta rimbalzare verso il centro della strada, evitando sicuramente la morte dei suoi occupanti», scrive Moretti nella perizia. «Inoltre mancava la segnaletica orizzontale di delimitazione della carreggiata e questo ha indotto in errore di valutazione il conducente della Fiat Panda che non è riuscito a distinguere il limite della carreggiata e l’inizio del ciglio erboso», si legge sulla perizia.
L’incidente avvenne di notte e secondo il perito la segnaletica non era sufficientemente. «Inoltre il piano viabile aveva, rispetto al ciglio erboso, un dislivello tale da non poter essere superato una volta usciti di strada», spiega un altro passaggio della perizia che è ora in mano alla Procura di Larino. «Che la notte dell’incidente la punta terminale del guardrail fosse parallela all’asse stradale, è stato accertato anche dalla magistratura molisana che per questo ha immediatamente scarcerato il conducente e fatto eseguire sul posto un incidente probatorio», rimarca l’avvocato Giovanni Cerella, difensore dell’accusato. «Un altro dettaglio importante è che la velocità della vettura non è stata determinante. Il guardrail, invece, non era installato adeguatamente», ripete Cerella. La disgrazia avvenne il 17 luglio 2016. I ragazzi tornavano a casa dopo un'allegra serata fra amici.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’incidente probatorio eseguito sul posto della tragedia ha accertato, infatt,i che quella notte il guardrail sollevò e trafisse la vettura. «Non era posizionato correttamente», afferma il perito Stefano Moretti che ha consegnato la sua tesi alla Procura di Larino. A riprova di ciò c'è il fatto che subito dopo l’incidente quel guardrail fu sostituito. La posizione dell’amico delle due vittime, che quella terribile notte era alla guida della Fiat Panda su cui viaggiavano i ragazzi, cambia completamente. Un ricco dossier fotografico allegato alla perizia dimostra che dopo l’incidente la cuspide arrotondata del guardrail rimase angolata in modo più accentuato verso il mare. «Un terminale diverso, come quello che c’è ora, non avrebbe sfondato la vettura dopo l’urto ma l’avrebbe fatta rimbalzare verso il centro della strada, evitando sicuramente la morte dei suoi occupanti», scrive Moretti nella perizia. «Inoltre mancava la segnaletica orizzontale di delimitazione della carreggiata e questo ha indotto in errore di valutazione il conducente della Fiat Panda che non è riuscito a distinguere il limite della carreggiata e l’inizio del ciglio erboso», si legge sulla perizia.
L’incidente avvenne di notte e secondo il perito la segnaletica non era sufficientemente. «Inoltre il piano viabile aveva, rispetto al ciglio erboso, un dislivello tale da non poter essere superato una volta usciti di strada», spiega un altro passaggio della perizia che è ora in mano alla Procura di Larino. «Che la notte dell’incidente la punta terminale del guardrail fosse parallela all’asse stradale, è stato accertato anche dalla magistratura molisana che per questo ha immediatamente scarcerato il conducente e fatto eseguire sul posto un incidente probatorio», rimarca l’avvocato Giovanni Cerella, difensore dell’accusato. «Un altro dettaglio importante è che la velocità della vettura non è stata determinante. Il guardrail, invece, non era installato adeguatamente», ripete Cerella. La disgrazia avvenne il 17 luglio 2016. I ragazzi tornavano a casa dopo un'allegra serata fra amici.
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