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Morì dopo la rissa: nuovo processo
In Cassazione il caso del buttafuori deceduto per le botte ricevute
SAN SALVO. In primo grado furono assolti dai giudici della Corte d’assise di Lanciano. Un anno fa Alberto Zimarino, 37 anni, e Marco Fabrizio, 44 anni, entrambi di San Salvo, furono condannati dalla Corte d’assise d’appello dell’Aquila a 3 anni e 6 mesi per rissa aggravata dall’omicidio di Cosimo Cava, buttafuori di 37 anni. Il 10 dicembre prossimo la Corte di Cassazione emetterà la sentenza definitiva. I difensori, Antonello e Giovanni Cerella per Zimarino, Nicola Artese ed Emanuela De Nicolis per Fabrizio, puntano a ottenere le loro assoluzioni. Di certo le parti civili, la moglie e un figlio della vittima, rappresentati dagli avvocati Orazio Vesco e Carlo Paone, non staranno a guardare e sono pronte a dare battaglia.
Cava morì il 27 gennaio 2007 alla fine di una cena fra amici a Piana Sant’Angelo. Zimarino e Fabrizio, rispettivamente proprietario del casolare dove si svolse il conviviale e uno degli invitati, furono accusati di rissa e omicidio volontario aggravato. Il 14 novembre 2010 la Corte d’assise di Lanciano, assolse gli imputati con formula piena accogliendo la tesi dei difensori. Un anno dopo iniziò il processo d’appello e a fine ottobre 2012 Fabrizio e Zimarino furono condannati. Il 10 dicembre inizia la partita decisiva.
Cava morì per una emorragia al setto nasale provocata dai colpi ricevuti. «Non sono mai emerse prove sulla colpevolezza degli accusati», rimarca l’avvocato Cerella ricordando che in primo grado lo stesso procuratore Francesco Prete chiese l’assoluzione di entrambi.(p.c.)
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