Morì nello scontro d’auto, un anno al marito 

L’incidente costò la vita all’insegnante Maria Concetta D’Ovidio: l’uomo alla guida invase l’altra corsia

LANCIANO. Un anno, pena sospesa: è questa la sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari Giovanni Nappi, con rito abbreviato, nei confronti di Antonio Di Bucchianico, 79 anni, rappresentato dagli avvocati Gaetano Pedullà e Lucia Di Battista, accusato di omicidio stradale. Una sentenza che può essere appellata che non dà certo pace all’uomo perché a morire, in un drammatico incidente il 19 febbraio 2023 fu sua moglie, l'ex insegnante di matematica dell’Umberto I, volontaria e attiva nella politica, Maria Concetta D'Ovidio, 79 anni. Un processo doloroso per Di Bucchianico che si è visto accusare di avere responsabilità nel tragico incidente. Quanto emerso nel processo, secondo la ricostruzione della Procura che ha chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione, quella domenica Antonio era alla guida della Fiat Panda. Lui e la moglie attorno alle 19 erano di ritorno da un pranzo della parrocchia in contrada Sant’Onofrio; stavano andando verso l’Iconicella, verso casa, percorrendo una strada fatta centinaia di volte. All’altezza della rotatoria di Villa Andreoli la Panda avrebbe invaso la corsia dove arrivava da Lanciano una Dacia Duster guidata da A.D.A., 28 anni, di Castel Frentano: lo scontro è stato frontale e non ha lasciato scampo alla donna. Nella sua difesa l’avvocato Pedullà ha rilevato con una perizia tecnica una dinamica diversa rispetto a quella fatta dal consulente della Procura, che avrebbe incongruenze anche rispetto alla posizione finale dei mezzi e si aspettava che il giudice disponesse una consulenza d’ufficio che non è arrivata. «Leggeremo le motivazioni, perché il giudice non ha ritenuto di accogliere la nostra perizia né di disporne una d'ufficio», dice Pedullà, «e poi valuteremo l’appello». Un dolore enorme per l’uomo che ha perso l’amore di una vita in una rotonda che resta pericolosa. (t.d.r.)