Morte sospetta in ospedale Tutto il paese ai funerali
Archi, dolore e lacrime per l’addio alla 43enne che lascia marito e tre figli Il fratello Celestino: «Si era ripresa dall’operazione, fiducia nelle indagini»
ARCHI. «Una morte così lascia esterrefatti, storditi, pieni di dolore». L’ex parroco don Ettore descrive così i sentimenti di una famiglia e di un intero paese, nella sua omelia durante il funerale di Sofia Bellisario, 43 anni morta sabato nell’ospedale di Lanciano. Parole di conforto, quelle di don Ettore, che hanno cercato di alleviare il dolore di un intero paese che si è stretto ieri pomeriggio attorno alla famiglia Bellisario e Spinelli. La chiesa di Santa Maria dell’Olmo non è infatti riuscita a contenere le tante persone accorse con gli occhi sgomenti e gonfi di lacrime a dare l’ultimo saluto ad una donna “vulcanica”, che amava stare con la gente.
Tante le firme e i messaggi di cordoglio lasciati sul libro dei ricordi all’ingresso della chiesa. Dentro, a guardare la bara di legno chiaro con l’effige della Madonna ai lati e coperta da un tappeto di orchidee bianche e rose rosa, c’erano il marito, i tre figli, i fratelli di Sofia, Alfonso, Celestino, Michele e la sorella Elisa, che era accanto a lei in ospedale e l’ha lasciata tranquilla nella sua camera, dopo che le avevano cambiato una flebo, quel sabato sera.
«Non ci credo, non è possibile», continuava a ripetere Celestino. Parole ripetute un po’ da tutti in paese. «Una morte assurda. Lei si era ripresa dall’operazione, stava meglio. E poi invece…», ha proseguito il fratello scuotendo la testa: «Vedremo». Il riferimento è alla inchiesta condotta dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi, del tribunale di Lanciano, sulla morte della donna, avviata dopo un esposto presentato dal marito. Inchiesta che viene portata avanti con le indagini della polizia giudiziaria della Procura e del commissariato di Lanciano, e che hanno portato a iscrivere due medici nel fascicolo degli indagati per quel decesso.
Le indagini vanno avanti, anche se bisognerà attendere i risultati dell’autopsia, eseguita martedì dall’anatomopatologo Domenico Angelucci, per accertare le cause del decesso, tra 60 giorni. Ora si stanno valutando le analisi, le procedure seguite nel ricovero della donna che è rimasta in ospedale per 5 giorni, dal martedì, giorno del ricovero e dell’operazione all’addome per un’ulcera, al sabato, giorno dell’improvviso decesso.
Una morte giunta pochi minuti prima che arrivassero ad abbracciarla il marito e i figli - un ragazzo di 16 anni, una ragazzina di 12 e una bimba di 8 - e a poche ore dal suo compleanno. «Bel compleanno, domenica, l’ha festeggiato nella bara», ha ripreso il fratello.
«Lo so, il dolore è immenso», ha detto don Ettore, «è già difficile trovare una spiegazione alla morte, poi ad un’età giovane è ancora più difficile. Noi troviamo solo parole come disgrazia, incomprensibilità, stordimento per descrivere quello che vediamo. E la realtà che vediamo con gli occhi umani è questa. Ma non in Dio. Per gli occhi di Dio, Sofia aveva compiuto la sua vita, e lei, piccola scintilla è così tornata nel grande fuoco di Dio. Il dolore è forte, perché al di là delle responsabilità non è che Sofia possa ritornare e la sua mancanza si sentirà e tanto. Era forte, schietta, diretta, un vulcano. Ma era soprattutto semplice. Sono certo però che, grazie alla fede, la sua presenza vi accompagnerà ogni giorno». (t.d.r.)
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