Muore a 56 anni per un malore, la famiglia chiede accertamenti
Umberto Persiani, idraulico, si è accasciato poco prima di incontrare un architetto per alcuni lavori Era in attesa di un intervento chirurgico a fine mese. Non si esclude l’autopsia per fare chiarezza
LANCIANO. Era andato a un appuntamento di lavoro per conto del figlio, ma neanche il tempo di arrivare e si è accasciato a terra. Umberto Persiani, 56 anni, idraulico lancianese, è morto poco dopo. Nulla hanno potuto i tentativi, tempestivi, di rianimare il suo cuore malandato. Adesso la famiglia vuole vederci chiaro. Poco prima delle 9,30 il 56enne è arrivato nella palazzina di via Floraspe Renzetti, vicino all'ospedale. Qui avrebbe dovuto incontrare un architetto con il quale collabora da anni, per valutare i lavori di manutenzione straordinaria da fare in uno degli appartamenti. Ma appena entrato nell'androne del palazzo, Persiani si è accasciato a terra. All'arrivo del professionista il 56enne era già a terra, supino. Perdeva sangue dalla testa, probabilmente per una ferita che si è procurato cadendo su una grata presente nell'androne.
«Scendevo per andare a lavoro ed è caduto per terra, davanti ai miei occhi», racconta Pino Taraborrelli, parrucchiere che abita nel palazzo, «era come svenuto. Abbiamo chiamato il 118, che è arrivato in pochi minuti». I sanitari hanno provato a rianimarlo per una ventina di minuti, ma invano. Il suo cuore ha smesso di battere per un sospetto aneurisma aortico. Sul posto è arrivata anche la polizia del commissariato.
Persiani da circa due anni era a riposo, dopo i problemi cardiaci che aveva avuto. A guidare l'impresa ormai è il figlio Nicola, idraulico come lui, ma il padre continuava ad aiutarlo. Era stato operato ed era in cura in un centro specializzato di Bologna. Nelle ultime settimane, racconta chi lo conosceva, non si era sentito molto bene ma fra pochi giorni, il 28 luglio, avrebbe dovuto sostenere un altro intervento. Non è escluso che sulla salma venga eseguita l'autopsia. Alla luce della morte improvvisa del 56enne, la famiglia avrebbe chiesto alla Procura di vederci chiaro sulle cure ricevute in precedenza dal proprio congiunto.
Umberto Persiani era molto conosciuto in città per la sua attività. Abitava a Lanciano, in contrada Serroni, al confine con Treglio.
«Era una persona di famiglia», dice commosso il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, «un lavoratore esemplare, serio, preciso. Ha iniziato all'età di 13 anni questo mestiere artigiano e poi, dopo essere stato diversi anni “sotto padrone”, come diceva lui, ha aperto la sua attività. Era generoso, educato, sempre disponibile. Trovava una soluzione a tutti i problemi. Da quando era stato poco bene tutte le sere veniva a passeggiare a Treglio con la moglie Carmela. Era dedito alla famiglia, legatissimo ai due figli, Nicola, che ha seguito le sue orme, e Silvio, che è ancora studente. È stato per loro un insegnante di vita».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Scendevo per andare a lavoro ed è caduto per terra, davanti ai miei occhi», racconta Pino Taraborrelli, parrucchiere che abita nel palazzo, «era come svenuto. Abbiamo chiamato il 118, che è arrivato in pochi minuti». I sanitari hanno provato a rianimarlo per una ventina di minuti, ma invano. Il suo cuore ha smesso di battere per un sospetto aneurisma aortico. Sul posto è arrivata anche la polizia del commissariato.
Persiani da circa due anni era a riposo, dopo i problemi cardiaci che aveva avuto. A guidare l'impresa ormai è il figlio Nicola, idraulico come lui, ma il padre continuava ad aiutarlo. Era stato operato ed era in cura in un centro specializzato di Bologna. Nelle ultime settimane, racconta chi lo conosceva, non si era sentito molto bene ma fra pochi giorni, il 28 luglio, avrebbe dovuto sostenere un altro intervento. Non è escluso che sulla salma venga eseguita l'autopsia. Alla luce della morte improvvisa del 56enne, la famiglia avrebbe chiesto alla Procura di vederci chiaro sulle cure ricevute in precedenza dal proprio congiunto.
Umberto Persiani era molto conosciuto in città per la sua attività. Abitava a Lanciano, in contrada Serroni, al confine con Treglio.
«Era una persona di famiglia», dice commosso il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, «un lavoratore esemplare, serio, preciso. Ha iniziato all'età di 13 anni questo mestiere artigiano e poi, dopo essere stato diversi anni “sotto padrone”, come diceva lui, ha aperto la sua attività. Era generoso, educato, sempre disponibile. Trovava una soluzione a tutti i problemi. Da quando era stato poco bene tutte le sere veniva a passeggiare a Treglio con la moglie Carmela. Era dedito alla famiglia, legatissimo ai due figli, Nicola, che ha seguito le sue orme, e Silvio, che è ancora studente. È stato per loro un insegnante di vita».
©RIPRODUZIONE RISERVATA