Muore a Milano poliziotto teatino 53enne
Tragedia nella caserma della Stradale: Vittorio Colaneri trovato senza vita nel suo ufficio, città in lutto
CHIETI. Aveva 53 anni Vittorio Colaneri, partito da Chieti nel 1989 per realizzare il suo sogno: fare il poliziotto. Giovedì 26 settembre, Milano, l’assistente capo della Polizia di Stato ha messo fine alla sua vita mentre era a lavoro, usando la pistola d’ordinanza: quando i suoi colleghi hanno sentito lo sparo, era ormai troppo tardi.
La sua città d’origine è in lutto. Vittorio lascia la mamma, il fratello Italo, tra i più noti e stimati avvocati del foro di Chieti, la moglie e due figli.
Colaneri indossava la divisa da trent’anni. La prima esperienza l’ha avuta all’Aquila, dopo gli studi al liceo classico Vico di Chieti e all’università di Teramo. Nel 1991, si era trasferito a Milano e lì aveva messo su famiglia.
La tragedia è avvenuta nella caserma della sezione di polizia stradale, in piazza Prealpi. Vittorio, come ogni mattina, ha preso servizio nell’archivio dell’ufficio verbali. Quando è rimasto solo, verso le 9, ha premuto il grilletto. Dopo il boato, gli altri poliziotti si sono precipitati nella stanza e hanno allertato i soccorsi immediatamente. Ma il cuore di Vittorio ha smesso di battere in ambulanza, durante il trasporto all’ospedale Niguarda.
Il sentimento della pietas ci spinge a non fare ipotesi su quale sofferenza lo abbia spinto al gesto estremo: un dramma così enorme non può tollerare invadenze. È toccato ai colleghi il compito di avvisare i familiari, piegati da un dolore lacerante e assolutamente inaspettato. Il pm di turno della procura della Repubblica di Milano potrebbe ordinare l’autopsia. Poi, verranno fissati i funerali.
La notizia della tragedia è arrivata a Chieti in tarda mattinata. Gli avvocati si sono stretti attorno a Italo con un manifesto a lutto affisso in tribunale. Non si danno pace neppure gli ex compagni di scuola e di università, che con lui hanno trascorso gli anni della giovinezza. In attesa di poter salutare per l’ultima volta Vittorio, affidano il loro ricordo ai social network: le interminabili partite di pallone alla Civitella, le battaglie a colpi di figurine, le prime uscite in motorino. E ancora: le interrogazioni e le versioni di greco, i pomeriggi di studio e le partite a poker, le giornate al mare e le partite di Spagna ’82 seguite davanti alla televisione. (g.let.)