Negozianti: no alla liberalizzazione

Associazioni e piccoli commercianti insorgono contro le nuove regole

CHIETI. Il ritiro immediato dell'ordinanza che liberalizza orari e giorni di apertura dei negozi in città. E' quanto chiede al sindaco la Confcommercio, che contesta l'emissione e i contenuti di un provvedimento che rischia di infliggere il colpo mortale al piccolo commercio cittadino. A tutto vantaggio della grande distribuzione che, in zona, fa registrare una concentrazione altissima. Questo dice un'indagine dell'ufficio studi Confesercenti.

«Chieti» afferma Lido Legnini, direttore Confesercenti, «è tra le prime tre province d'Italia per la più alta presenza della grande distribuzione in proporzione al numero degli abitanti. Chiaro che la liberalizzazione degli orari e delle aperture contribuirà a spostare ancor più l'ago della bilancia in favore dei centri commerciali».

Le liberalizzazioni sono state previste dal governo Monti bypassando così le Regioni che, fino all'anno scorso, avevano competenza specifica sul commercio e sul calendario delle deroghe di apertura domenicale. Non a caso, diverse Regioni hanno impugnato la normativa inoltrando un ricorso alla Consulta. Nel frattempo, gli enti locali si sono adeguati alle direttive nazionali così come ha fatto il Comune di Chieti, che martedì pomeriggio ha emesso l'ordinanza che liberalizza orari, giorni di apertura degli esercizi commerciali e modalità di somministrazione di alimenti e bevande.

Gli amministratori di palazzo d'Achille si sono comunque riservati di «modificare o integrare l'ordinanza a seguito degli esiti del pronunciamento della Corte Costituzionale». Chiaro, al riguardo, l'assessore al commercio Antonio Viola. «Ci siamo limitati» spiega «a recepire una legge nazionale». Angelo Allegrino, presidente provinciale Confcommercio, ribatte. «Stigmatizziamo il comportamento dell'assessore Viola che non ha coinvolto le associazioni del commercio, dei consumatori e i sindacati prima di stendere» afferma ancora Allegrino, «l'ordinanza sulle liberalizzazioni. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo non può venire meno il confronto tra le parti sociali. È per questa ragione che chiediamo al sindaco di ritirare l'ordinanza». Anche perché, annota Confcommercio, c'è un tavolo di confronto aperto con la Regione.

«L'ordinanza va sospesa» riprende Allegrino, «fino a quando la Regione non si esprimerà nel merito». Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio, aggiunge: «I negozi al dettaglio non possono sostenere aperture per 365 giorni all'anno. Tra l'altro, sarebbe particolarmente danneggiata proprio l'imprenditoria femminile nelle dinamiche di conciliazione casa-lavoro». Contrari alle liberalizzazioni i presidenti dei due consorzi di via cittadini, Gianfranco Cesarone (Chieti c'entro) e Claudio Di Girolamo (I viali del commercio)».

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