Negri Sud in liquidazione? Cgil e Cisl: «Chiarezza»
Il prefetto ha incontrato ente, Regione e Provincia per il futuro del centro ricerche I sindacati: è strano che il Cda non abbia ancora chiesto la cassa integrazione
SANTA MARIA IMBARO. Hanno chiesto chiarezza, trasparenza e certezza dei provvedimenti da intraprendere per la salvaguardia del Negri Sud, i sindacati Cgil e Cisl al prefetto di Fulvio Rocco De Marinis. Le organizzazioni sindacali sono state ricevute ieri al termine della riunione del prefetto con il consiglio di amministrazione della Fondazione Negri Sud per discutere della liquidazione dell’ente e del futuro del prestigioso centro di ricerca scientifica, farmacologica e biomedica. Il prefetto prima di decidere ha voluto ascoltare tutte le parti rappresentante dai soci pari-quota della Fondazione: il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, il consigliere regionale Camillo D’Alessandro e il presidente del Negri Milano, Silvio Garattini. Poichè le Province in futuro non esisteranno più, tutto è ora in mano alla prefettura e alla Regione.
Se da un lato la liquidazione, chiesta dalla stessa direzione del Negri Milano secondo alcune indiscrezioni, è l’unica formula attuabile per uscire dal baratro di svariati milioni di euro di debito, dall’altro la Regione dovrebbe decidere cosa fare del mastodontico immobile di Santa Maria Imbaro, e se destinarlo ancora a ciò che rimarrebbe del Negri Sud.
«Al prefetto», raccontano Rita Candeloro (Cgil Abruzzo), Sergio Aliprandi (Filcams Cgil) ed Ernesto Magnifico (Fisascat Cisl)», abbiamo spiegato diverse cose di cui non era a conoscenza. Prima fra tutte la mancata richiesta, da maggio, di cassa integrazione. Com’è possibile, in una tale situazione di dissesto, che il Cda non richieda una qualche forma di ammortizzatore sociale per i suoi dipendenti? I lavoratori del Negri non vengono pagati da un anno, almeno qualcosa dall’Inps avrebbero potuto riceverla. Si tratta della dignità di queste persone, di chi è la responsabilità di tutto questo?».
I sindacati vogliono vederci chiaro anche dal punto di vista dei conti. «Del debito», proseguono le parti sociali, «si è detto tutto e il contrario di tutto. Prima era di un milione e mezzo di euro, ora si parla di quasi 7milioni. Chiediamo al prefetto un atto di trasparenza e di scoprire i documenti».
Nel corso dell’incontro è stato sollevato anche il problema dei borsisti: «Si tratta di finanziamenti ad hoc», dicono Cgil e Cisl, «destinati da banche o altri enti ai titolari di borse di studio che però non sono pagate con regolarità: che fine hanno fatto quei soldi?». Altra incognita sono i progetti europei per la cui prosecuzione e finanziamento sono necessari accertamenti e verifiche dalla Comunità europea sullo stato dell’arte delle ricerche finanziate: «Che fine faranno quei progetti in caso di liquidazione?», chiedono i sindacati, «non sarà anche questo un motivo di perdita di credibilità del centro?».
Daria De Laurentiis
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