Consorzio tecniche irrigue
Niente stipendi da dieci mesi torna la protesta al Cotir
VASTO. Il Cotir finisce nuovamente nella bufera. I lavoratori, da dieci mesi senza stipendi, sono tornati sulle barricate. Ieri i dipendenti del Centro tecniche irrigue di contrada Zimarino sono...
VASTO. Il Cotir finisce nuovamente nella bufera. I lavoratori, da dieci mesi senza stipendi, sono tornati sulle barricate. Ieri i dipendenti del Centro tecniche irrigue di contrada Zimarino sono tornati in assemblea permanente. «Hanno ragione», ha affermato il consigliere regionale Antonio Menna (Udc) fra i primi a incontrare i lavoratori in stato di agitazione. «Le promesse di dicembre del presidente del Consorzio, Alberto Amoroso, e dall’assessore regionale Mauro Febbo, non sono state mantenute. Il presidente Amoroso e i componenti il consiglio d’amministrazione dell’ente rassegnino le dimissioni», ha aggiunto Menna.
Immediata e rassicurante la risposta del presidente. «Proprio questa mattina un dipendente è andato a consegnare alla Regione la rendicontazione che permetterà al Cotir di ricevere 160 mila euro per il pagamento dei primi due stipendi dei 29 dipendenti», afferma Amoroso. «Stiamo lavorando sulla progettazione per ottenere altri 600 mila euro. L’attenzione sul Cotir è alta: vogliamo garantire lavoro per due anni», assicura il presidente.
La crisi e la burocrazia hanno messo a dura prova i ricercatori del Centro. Il 13 novembre 2012 si erano riuniti una prima volta in assemblea permanente. L’intervento dell’assessore Febbo e le rassicurazioni avute li avevano tranquillizzati. «È passato più di un mese e non è successo niente», hanno lamentato ieri.
Dopo dieci mesi di attesa vogliono ricevere quello che spetta loro di diritto. «Hanno regione ma la loro attesa sta per finire. Il periodo natalizio ha rallentato la macchina burocratica, ma a breve arriverà una piccola tranche di emolumenti. Poi si aprirà una finestra più importante per garantire almeno altri 48 mesi di lavoro», assicura il presidente. Ma per Menna il futuro del Centro è segnato: «Manca la programmazione. Il consiglio non si riunisce più. Non partecipa più neppure ai bandi europei per i fondi». «Menna è male informato o vuole che altri prendano questo posto», taglia corto Amoroso.
Intanto i dipendenti continuano nello stato di agitazione fino al pagamento di tutte le mensilità arretrate. (p.c.)
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