«No al nuovo porto»

San Vito, il Wwf: spreco di denaro e aggressione alla costa

SAN VITO. «Uno spreco di denaro pubblico e un’aggressione alla “costa del trabocchi”»: così Ines Palena, presidente dell’associazione Wwf zona Frentana e costa teatina, definisce il progetto preliminare del porto turistico a San Vito, approvato a maggioranza nel consiglio comunale del 28 dicembre.

Il progetto, che per il Comune rappresenterebbe un volano importante per il rilancio dell’economia del paese, ha aperto un ampio dibattito, tra fautori del progetto - che prevede 350 posti barca, attività commerciali e parcheggi - e contrari.

Ad opporsi c’è il Wwf ma non solo, come sottolinea Palena «per problemi inerenti l’ambiente», bensì «per questioni di opportunità economica e sociale».

Dal punto di vista economico l’associazione fa notare che il Comune ha già speso 140 mila euro per parte dei progetti, soldi che, se non si troverà nessuna società che finanzi l’opera faraonica, resterà a carico delle casse comunali e dei cittadini. Poi c’è il problema della crisi del settore. «Queste opere non sono un’opportunità di crescita e sviluppo per un territorio, quanto più che la diportistica è un settore in crisi da tempo», evidenzia il Wwf, «gli ultimi dati dell’Osservatorio nautico nazionale dicono che c’è stato un ulteriore calo del 26% delle presenze nei maggiori porti turistici italiani, con conseguente crisi anche nel settore dei servizi a essi collegati. Senza parlare del fatto che abbiamo un numero spropositato di posti barca rispetto alla domanda: circa 40 per chilometro di litorale, contro la media nazionale di 20, con una darsena turistica a pochi chilometri di distanza che raramente risulta al completo».

Non solo: il porto, conclude il Wwf, sarebbe inadatto al paese e avrebbe un impatto negativo sulla costa, con l’erosione dei litorali.

Teresa Di Rocco

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