«Non posso sospendere gli interventi»

L’urologo: meravigliato del provvedimento, i fatti che mi si contestano sono una cosa ridicola

CHIETI. «A mio parere sono contestazioni che riguardano fatti ridicoli, di natura amministrativa». Raffaele Tenaglia, raggiunto per telefono, minimizza la vicenda dalla quale è scaturita la sospensione dall’attività di primario di Urologia per 6 mesi, anche se si dice sinceramente sconvolto da questo provvedimento interdittivo della magistratura.

«Gli investigatori, che fanno il loro lavoro», continua, «hanno acquisito una quantità di fatture di cui la stragrande maggioranza regolari e solo una parte esigua evidenzierebbe qualche irregolarità. Comunque è tutto da accertare e sono fiducioso».

Tenaglia sapeva di essere indagato per questi fatti, in seguito alla denuncia di un collega: «Sono io la parte lesa», aggiunge, «ma quando ho saputo di essere indagato ero del tutto tranquillo, non credevo che le cose sfociassero con una sospensione dall’attività di primario. Quando ho letto la deregistrazione delle intercettazioni», dice, «mi sono impressionato, prese le frasi così sembra che io stessi lucrando...ma la cosa deve essere chiarita assolutamente».

«Ho visitato e operato professori, politici, giornalisti senza mai chiedere una lira», continua il docente della d’Annunzio, «l’ultimo intervento l’ho fatto ieri (l’altro ieri per chi legge) su un uomo dell’Albania che aveva un grosso tumore. Io non posso stare senza lavorare, non posso non andare in ospedale, con i miei avvocati abbiamo già fatto appello a questo provvedimento della magistratura».

Tenaglia è assistito da due avvocati di grido, tra i migliori del foro pescarese, Giuliano Milia e Augusto La Morgia.

I legali già ieri mattina, alla notifica del provvedimento, hanno preparato la richiesta al giudice per le indagini preliminari di modifica dell’ordinanza interdittiva nei confronti del loro assistito.(k.g.)

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