Nove contrade via da Lanciano
Il promotore Pasquini: snobbati dal Comune, scegliamo Atessa
LANCIANO. Dal sud al nord. Non è un nuovo film comico sulle differenze linguistiche e sulle abitudini regionali italiane, ma il nome di un comitato che riunisce i rappresentanti di nove contrade frentane che vogliono separarsi da Lanciano per annettersi ad Atessa passando, per l'appunto, da sud a nord. L'obiettivo è quello di indire una petizione popolare per passare, geograficamente e burocraticamente, il fiume Sangro.
Se non è secessione poco ci manca. I residenti di Serre, Rizzacorno, Colle Campitelli, Camicie, Sant'Onofrio, Fontanelle, Villa Elce, Villa Pasquini e Villa Andreoli da tempo lamentano scarsa considerazione da Palazzo di Città, distante qualche chilometro dalle realtà attorno al fiume Sangro, ma sempre più lontano in termini di servizi, investimenti e sviluppo.
Sono mondi a parte le contrade. Piccoli agglomerati urbani che si stringono attorno a una piazza, un bar o un ristorante conosciuto, una via, la sede di una Pro-loco. La città appare da anni sempre più lontana. E allora qualcuno, tra i residenti più combattivi, ha preso la palla al balzo: separazione dalla città e annessione al vicino comune di Atessa attraverso una petizione popolare. «Siamo stanchi di essere continuamente snobbati dall'amministrazione comunale», sottolinea Flavio Pasquini, residente ed ex consigliere comunale nelle fila del Pdl, «non siamo contro nessuno nè mossi da scopi politici. L'unica cosa che ci interessa è lo sviluppo del nostro territorio».
Da una parte all'altra del fiume Sangro, raccontano i promotori dell'iniziativa, le cose cambiano drasticamente. «Qui abbiamo solo la discarica, l'elettrodotto e il vuoto assoluto», spiega Pasquini, «sul versante di Atessa invece c'è sviluppo, industria, ci sono collegamenti viari e numerose possibilità economiche».
L'ultimo "schiaffo" è stata la decisione di non confermare come possibile sito per il nuovo ospedale Renzetti l'opzione di contrada Sant'Onofrio. «Sono stato l'unico», dichiara Pasquini, «a votare nella precedente amministrazione a favore del decentramento dell'ospedale». L'idea di Sant'Onofrio, nella piana del barone De Riseis, per Pasquini era facilmente condivisibile e sarebbe stata appoggiata anche da Atessa.
«Ci sono ottimi collegamenti viari», spiega l'ex consigliere, «e si creerebbe la possibilità di realizzare nuove infrastrutture. Le contrade invece sono da sempre abbandonate a sé stesse: continua il problema della distribuzione idrica e nessuno si interessa al nostro appello sulla costruzione di una centrale a biomasse a Villa Pasquini».
Se non è secessione poco ci manca. I residenti di Serre, Rizzacorno, Colle Campitelli, Camicie, Sant'Onofrio, Fontanelle, Villa Elce, Villa Pasquini e Villa Andreoli da tempo lamentano scarsa considerazione da Palazzo di Città, distante qualche chilometro dalle realtà attorno al fiume Sangro, ma sempre più lontano in termini di servizi, investimenti e sviluppo.
Sono mondi a parte le contrade. Piccoli agglomerati urbani che si stringono attorno a una piazza, un bar o un ristorante conosciuto, una via, la sede di una Pro-loco. La città appare da anni sempre più lontana. E allora qualcuno, tra i residenti più combattivi, ha preso la palla al balzo: separazione dalla città e annessione al vicino comune di Atessa attraverso una petizione popolare. «Siamo stanchi di essere continuamente snobbati dall'amministrazione comunale», sottolinea Flavio Pasquini, residente ed ex consigliere comunale nelle fila del Pdl, «non siamo contro nessuno nè mossi da scopi politici. L'unica cosa che ci interessa è lo sviluppo del nostro territorio».
Da una parte all'altra del fiume Sangro, raccontano i promotori dell'iniziativa, le cose cambiano drasticamente. «Qui abbiamo solo la discarica, l'elettrodotto e il vuoto assoluto», spiega Pasquini, «sul versante di Atessa invece c'è sviluppo, industria, ci sono collegamenti viari e numerose possibilità economiche».
L'ultimo "schiaffo" è stata la decisione di non confermare come possibile sito per il nuovo ospedale Renzetti l'opzione di contrada Sant'Onofrio. «Sono stato l'unico», dichiara Pasquini, «a votare nella precedente amministrazione a favore del decentramento dell'ospedale». L'idea di Sant'Onofrio, nella piana del barone De Riseis, per Pasquini era facilmente condivisibile e sarebbe stata appoggiata anche da Atessa.
«Ci sono ottimi collegamenti viari», spiega l'ex consigliere, «e si creerebbe la possibilità di realizzare nuove infrastrutture. Le contrade invece sono da sempre abbandonate a sé stesse: continua il problema della distribuzione idrica e nessuno si interessa al nostro appello sulla costruzione di una centrale a biomasse a Villa Pasquini».
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