Nuova fiera, il Comune non sceglie

Sempre aperta l’alternativa tra Villa Martelli e la Val di Sangro

LANCIANO. Val di Sangro o Villa Martelli? Il destino dell’area fiera è appeso alle osservazioni da riportare inderogabilmente in aula per poter arrivare all’approvazione definitiva del piano regolatore. Un destino improrogabile sia politicamente che urbanisticamente perché la Fiera va spostata dall’Iconicella anche in prospettiva al futuro che si intende disegnare per la città.

E tra i progetti in campo ce ne sono almeno due sui quali si concentra l’attenzione dell’amministrazione comunale, alla vigilia di una scelta che potrebbe cambiare per sempre non solo il volto della città, ma influire anche sull’assetto dell’intero comprensorio.
Una scelta strategica dagli effetti tanto significativi quanto irreversibili, che non a caso provoca distinguo e fibrillazioni anche all’interno della maggioranza. Già tutt’altro che granitica su una miriade di altri temi, il centrodestra lancianese fatica molto a darsi un indirizzo condiviso sull’urbanistica. Problemi finora mascherati lasciando aperta la doppia opzione. Ma ora il tempo delle scorciatoie pare finito.

La prima opzione, tornata prepotentemente in auge nell’ultimo periodo, sembra premere verso la Val di Sangro, cuore dell’economia regionale, ma anche zona di snodo viario e di importanti mire edilizie e commerciali. E sempre in Val di Sangro sono già previsti o si vorrebbero realizzare altri progetti, come il Campus dell’automotive, il nuovo stadio, il cui progetto verrà presentato domani all’Ecomondo di Rimini, e anche il nuovo ospedale. Il tutto a portata di industria, a due passi dai colossi Honda e Sevel alimentando il “cuore metalmeccanico” che per tanto tempo è stata la vera vocazione del comprensorio. Ma non c’è solo il motore metalmeccanico in Val di Sangro.

La fiera e tutto quello che ne seguirebbe, porterebbe un indotto di centri commerciali, servizi, ristoranti, alberghi e naturalmente anche strade. Primo fra tutti il collegamento veloce tra Lanciano e Atessa. L’altra opzione è invece nel cassetto da tempo, cara a chi della fiera vuole conservare non solo l’identità tutta lancianese ma sopratutto il suo indotto, che si riverserebbe in città piuttosto che altrove.

E l’opzione due si chiama sempre Villa Martelli. A due passi dall’autostrada e dalla città, collegata con le piccole realtà del comprensorio da Treglio a Rocca San Giovanni, l’expo del futuro sarebbe puntata non più verso le industrie, ma sulla costa, a cominciare da Ortona, città vicina geograficamente e politicamente all’amministrazione frentana. E per Villa Martelli il consorzio romano di aziende private Colam ha pronto fin dal 2004 un project financing di 58 milioni di euro, abbandonato da allora nei cassetti di palazzo di città. Ma il dubbio persiste.

Val di Sangro o villa Martelli, la scelta è di vitale importanza per il territorio. «Ecco perchè da molto tempo è in atto un lavoro serrato sia sulle osservazioni che sulle scelte strategiche - spiega l’assessore al piano regolatore, Marco Di Domenico - va valutato seriamente con le parti coinvolte e con il territorio il piano delle scelte strategiche, sapere cioè a cosa va incontro la città mettendo in discussione tutti i progetti in campo, come il Campus automotive che il Patto territoriale vuole a Mozzagrogna, ma che risulta una scelta errata sia nel metodo, del tutto unilaterale, sia nel merito, visto che si lascia al palo la città di Lanciano. Una cosa è certa - conclude Di Domenico - l’ente fiera è polo fieristico regionale, ma è nato a Lanciano e il Prg prevede che la città sia rimessa al centro del territorio tornando a essere il motore della Val di Sangro. La scelta deve essere condivisa con Provincia, Regione e Comuni interessati, guardando al futuro». Insomma, una chiara indicazione per Villa Martelli. O no?