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Nuovo lavoro e mancato trasferimento scatta il ricorso
LANCIANO. Ha trascinato l’azienda in tribunale, presentando un ricorso d’urgenza che si discute domani, una dipendente dell’Ufficio igiene dell’ex Asl Lanciano-Vasto per vedere riconosciuto il...
LANCIANO. Ha trascinato l’azienda in tribunale, presentando un ricorso d’urgenza che si discute domani, una dipendente dell’Ufficio igiene dell’ex Asl Lanciano-Vasto per vedere riconosciuto il diritto a lavorare nello stesso ufficio in cui è stata per 6 anni, ma nella sede di Chieti per problemi di salute, con mansioni previste dal contratto. Una richiesta che nasce in seguito a un ordine di servizio della nuova Asl che a maggio 2012 ha modificato le sue condizioni di lavoro e le mansioni.
«Il ricorso evidenzia la condotta gravemente illecita, illegittima e discriminatoria della Asl verso la dipendente», si legge nel ricorso dell’avvocato Marcone di Chieti, «che per anni ha svolto mansioni superiori a quelle previste dal suo contratto, si è vista negare, senza motivi, il trasferimento a Chieti chiesto per l’aggravarsi delle condizioni di salute, e si è vista imporre un nuovo tipo di lavoro che le andrebbe a creare danni irreparabili».
La donna è stata assunta dalla ex Asl Lanciano Vasto nel 2002 come ausiliario specializzato socio-assistenziale e assegnata al Servizio igiene di Lanciano dal 6 novembre 2006 dove avrebbe svolto compiti superiori alle mansioni previste. Si legge sul ricorso che «dal 7 giugno 2010 all’ottobre 2011 avrebbe lavorato da sola per la mancanza di medici. Non solo: dall’ottobre 2011 il referente era presente un solo giorno a settimana con la donna che avrebbe assunto compiti di responsabilità». Poi l’aggravarsi della salute, nel settembre 2011, hanno portato la dipendente a chiedere il trasferimento a Chieti. La risposta Asl? Nessun trasferimento e ordine di indossare la divisa da ausiliaria perché, con la soppressione del Servizio igiene, da maggio 2012 avrebbe cambiato lavoro: assegnata all’assistenza ospedaliera ai degenti.
Teresa Di Rocco
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