“O i tatuaggi o l’esercito”, lei va dal chirurgo e resta sfregiata
Nel 2011 una commissione militare di Chieti pose l’aut aut alla recluta della caserma di Asoli: ora indagano due procure
CHIETI. Tatuaggi? Non nell'Esercito. La Procura della Repubblica di Ascoli e la Procura Militare di Roma si stanno occupando della vicenda di Tania, un'ex soldatessa di 25 anni a cui nel 2011 una Commissione Militare medica di Chieti pose un inatteso aut aut: o togli i tatuaggi che porti sul corpo, entro 60 giorni dalla visita, oppure lasci la divisa.
La vicenda è stata rivelata da Repubblica e ha assunto risvolti giudiziari perché la giovane, che oggi ha 25 anni ed era di stanza nella caserma di Ascoli, decise di aderire alla richiesta di rimozione, anche se riteneva innocui e innocenti quei fiorellini e quelle stelline tatuati sul suo corpo. Vania, così si chiama la ragazza, originaria della provincia di Caserta, si rivolse così a un chirugo, ma l'intervento ebbe un esito infausto: cicatrici e punti su tutto il corpo, un danno permanente.
Fu così che la giovane soldatessa, che non è più nell'Esercito, decise di scrivere al Ministero della Difesa, che ha poi girato il dossier per competenza alle due Procure, quella civile e quella militare.
Si tratta di stabilire, tra l'altro, se ci fu un abuso di potere: secondo Vania, infatti, il regolamento dell'Esercito in materia di tatuaggi vieta soltanto quelli con «contenuti osceni, riferimenti sessuali,razzisti, di discriminazione religiosa o che comunque possano portare discredito alle istituzioni».