Omicidio Albi, parla Nobile: “Quella sera ero al ristorante”
L’uomo, accusato di aver ucciso l’architetto, ha parlato ieri davanti alla Corte d’Assise
CHIETI. “Ero al ristorante quando sono venuto a sapere di questa maledetta storia”. Questa è una delle frasi pronunciate ieri da Mimmo Nobile, accusato di aver ucciso Walter Albi e ferito gravemente Luca Cavallito il primo agosto 2022 in un bar di Pescara, davanti alla Corte d’Assise a Chieti. Nobile sarebbe stato l’esecutore materiale, mentre Natale Ursino, ad oggi libero, il mandante, e Maurizio Longo il fiancheggiatore.
Ma riavvolgiamo il nastro. Tutto inizia l’11 luglio 2022 con una rapina ad un centro agroalimentare di Cepegatti che vede coinvolti lo stesso Nobile e Maurizio Longo. In quell’occasione, oltre al bottino, Nobile avrebbe rubato la pistola della guardia giurata in servizio – la stessa arma che venti giorni dopo sparerà ad Albi e Cavallito – per poi battersela a bordo di uno scooter insieme al suo complice. Dopodiché sarebbero stati aiutati da altri due uomini, Renato Mancini e Fabio Iervese, che li avrebbero caricati su una vettura “pulita”, una Porsche, per nascondersi in un appartamento di Pescara dove si sarebbero spartiti il bottino. Secondo quanto testimoniato da Mancini, in quell’occasione Nobile avrebbe deciso di tenere con sè la pistola.
Infine, arriviamo al primo agosto. Poco prima delle 20 Albi e Cavallito sono in un bar del centro di Pescara quando un uomo, con il viso coperto dal casco integrale, spara quattro colpi dall’esterno del locale. Dodopodiché entra nel bar e con altri due proiettili colpisce a bruciapelo Cavallito. Albi muore sul colpo, mentre Cavallito, gravemente ferito, riesce a sopravvivere.
Ieri Nobile si è difeso in aula davanti alla Corte d’Assise, dicendo di essere venuto a sapere di “questa maledetta storia", dalla figlia del titolare del ristorante di Pescara, in cui ha trascorso la serata a cena con la sua famiglia in occasione della festa di S. Andrea, mentre era fuori dal locale, su un muretto. E che quel giorno, il primo agosto del 2022, era uscito di casa fra le19.40 e le 19.50.
La donna, secondo quanto riferito da Nobile, ha ricevuto su whatsapp una foto che ritraeva Cavallito disteso, invata dal telefonino di un poliziotto con cui era in contatto e che quella sera sarebbe dovuto andare a cena nel locale, ma che poi non andò. "Non so niente di questa storia, quella sera mi trovavo là, mi sono sempre trovato là, a cena con la mia famiglia" - ha detto Nobile, che poi ha risposto alle domande sui suoi rapporti con Cavallito: "Ci siamo sempre visti, due tre volte a settimana, facevamo qualcosa a livello di vendere fumo, marijuana”. Da giugno 2022, però, dopo un diverbio telefonico: "Per dei soldi da recuperare su una vendita di fumo, non ci siamo più visti nè sentiti", mentre Albi "l'ho visto un paio di volte".
Il titolare del ristorante dove avrebbe cenato Nobile, ascoltato nel corso della stessa udienza, di fronte alla domanda dal presidente della Corte, Guido Campli, ha risposto che la figlia quella sera nel ristorante non c'era, e che quindi non avrebbe mostrato alcuna foto all’imputato.
Il 29 gennaio 2025 è fissata l'udienza per sentire gli ultimi testimoni e per la discussione.