Ordini in codice sul web per spacciare la droga a Chieti e Pescara
La Finanza rivela i retroscena dell’operazione Messenger che ha portato fino a oggi in carcere nove persone accusate di un traffico con l’Albania
CHIETI. Spacciatori al passo con i tempi, che usano il web e un linguaggio in codice per gli ordini e trasportano fino a 3 chilogrammi di droga in treno, autobus, auto a noleggio o taxi per mezza Italia. È il sistema smantellato dalla guardia di finanza di Chieti nell’operazione Messenger, dal nome del sistema di comunicazione usato per chattare su Internet. Mercoledì mattina, 11 persone sono state fermate per spaccio di eroina, hashish e cocaina nell’area metropolitana di Chieti, Pescara e Francavilla al Mare. Cinque sono finite in carcere e sei ai domiciliari; otto sono stati denunciati a piede libero e due sono ancora ricercati. Secondo le indagini, durate più di un anno, la droga arrivava dall’Albania, passava per Milano e Firenze fino ad approdare in Abruzzo. Stando alla ricostruzione dei finanzieri, Oltian Juba, 27 anni, residente a Montesilvano, aveva il controllo della piazza pescarese grazie ai contatti con il connazionale Shklelquim Lusha, 46 anni, residente in Lombardia. Quest’ultimo gestiva i corrieri che trasportavano le ordinazioni da Milano a Pescara. Oltre ai due albanesi, considerati dagli investigatori i vertici dell’organizzazione, sono finiti in manette Fabio di Clemente, 23 anni, di Atri, residente a Pescara; Debora Domenicucci, 23 anni, di Francavilla; Daniele Di Giuseppe, 22 anni di Ripa Teatina; Andrea Di Salvatore, 28 anni, di Pescara; Jacopo Merlin, 19 anni, di Francavilla; Luca Cataldo, 22 anni, di Pescara; Enzo Gargivolo, 29 anni, di Pescara; Eduarto Ikonomi, 29 anni, residente a Milano e Orges Xelali, 36 anni, senza fissa dimora. Tutti, a vario titolo, sono accusati di aver ceduto la droga anche a consumatori minorenni fra la primavera e l’estate dell’anno scorso. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 7 chilogrammi di eroina, 3,3 di marijuana e hashish , varie dosi di cocaina e ecstasy. In più è stata trovata una pistola calibro 22 con la matricola abrasa, anche questa sequestrata con le sue munizioni. Le indagini sono iniziate da una serie di intercettazioni telefoniche e pedinamenti a piccoli spacciatori e di Francavilla. Da qui gli investigatori sono riusciti a risalire ai fornitori di droga, residenti nel Pescarese, e ai vertici lombardi. L’indagine è stata diretta dalla procura di Pescara, nella persona del sostituto procuratore Gennaro Varone, perché la maggior parte delle cessioni è avvenuta tra il capoluogo adriatico e Montesilvano, tranne una a Ripa Teatina. Durante le indagini, i militari sono riusciti a rintracciare un latitante albanese nascosto in un appartamento del centro di Pescara.
Francesca Rapposelli
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