Orsogna, l'annuncio del prete dal pulpito: "Dobbiamo 100mila euro a Equitalia"

Dopo l’oro di San Rocco venduto, l’annuncio choc del parroco di San Nicola: tasse non pagate per l’antenna

ORSOGNA. Ennesima amara sorpresa per i cittadini e fedeli di Orsogna, che si abbatte dopo mesi di sconcerto e umiliazione per la vicenda dell’oro di San Rocco venduto ad un compro oro di Francavilla: sulla parrocchia di San Nicola grava un debito di 100mila euro nei confronti di Equitalia. La brutta notizia è stata data dal pulpito dal nuovo parroco della chiesa tanto amata dagli orsognesi, don Giuseppe Liberatoscioli che, prima della benedizione durante la messa domenicale, ha ritenuto opportuno informare i fedeli della triste vicenda. «Abbiamo una spada di Damocle che ci pende sulla testa», ha annunciato tra lo sconcerto e i mormorii degli astanti don Giuseppe, «la parrocchia ha ricevuto delle cartelle esattoriali di Equitalia per un ammontare di 100mila euro». Il debito è stato accumulato dal 1998 al 2003 dall’ex parroco, don Mario Persoglio, che non ha versato le dovute tasse all’erario statale sulla somma che la Omnitel paga annualmente alla parrocchia per aver installato sul tetto della chiesa un ripetitore. Nel 1998 si trattava di 24 milioni di lire che poi, con l’entrata in vigore dell’euro, si sono trasformate in circa 12mila euro annue. Ma il mancato pagamento delle tasse per ben sei anni ha fatto lievitare la cifra a 100mila euro.

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Un importo da far tremare le gambe a chiunque, figurarsi ad una comunità parrocchiale già provata dalla vicenda dell’oro votivo di San Rocco venduto per 18mila euro. Il parroco, prima di informare i fedeli pubblicamente, ha parlato con alcuni parrocchiani lunedì e, il giovedì seguente, ha relazionato della situazione in Curia, in occasione del consiglio presbiterale del clero. La Curia, all’oscuro della grave situazione debitoria, si è tuttavia impegnata a sottoporre la questione ad un esperto in materia tributaria. L’obiettivo è fare istanza all’Agenzia delle Entrate per riaprire la pratica e cercare di ottenere un qualche sconto sull’importo dovuto. «Dato che questa cifra è stata ufficialmente comunicata al consiglio», ha detto don Giuseppe ai fedeli, «mi sembra giusto che lo sappiate anche voi, non vogliamo trovare sotterfugi, ma agire serenamente e in trasparenza». Attualmente nelle casse della parrocchia restano soltanto 5mila euro, di cui 4mila gravate da un mutuo. Ed è emerso, visionando le carte lasciate da don Mario, che il contratto con la Omnitel è stato rinnovato fino al 2023. L’ultima revisione al contratto con la società telefonica, che voleva accordarsi per versare una cifra inferiore (9mila euro invece che 12mila), è datata dicembre 2014 e porta la firma di don Mario.

Pare che proprio una settimana prima il presule avesse fatto richiesta di dimissioni. Ancora, nel febbraio 2015, la Omnitel ha versato alla parrocchia 27mila euro liquidando tutte in una volta tre annualità. Ma di quei soldi nelle casse della chiesa non c’è traccia. Probabilmente saranno stati utilizzati per le spese correnti della chiesa di San Nicola, ma sta di fatto che la prossima rata da 9mila euro della Omnitel arriverà soltanto nel 2018. E non si sa più nulla nemmeno dell’imponente quantitativo di oro votivo accumulato in decenni di devozione dei fedeli a San Rocco. Secondo l’inventario consegnato a don Giuseppe restano 188 pezzi, tutti molto piccoli e il famoso pettorale d’oro. Un’inezia rispetto all’enorme patrimonio consegnato dagli orsognesi.

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